Nonna Annalisa racconta – No alla guerra

Un nuovo articolo di nonna Annalisa, che torna ancora, con una dolorosa riflessione, sulla terribile guerra che insanguina l’Ucraina.

Mi scuserete, nonni, se vado “fuori tema” e in questa pagina, dedicata alle gioie e alle preoccupazioni di noi nonni e delle famiglie, vi propongo una riflessione su un tema che mi stringe il cuore in una morsa. Sono giorni di grande angoscia per tutti, lo so.  La guerra è venuta a sconvolgere il nostro mondo, a rimescolare le nostre priorità, a dare nuove dimensioni, inquietanti, ai nostri piani e ai nostri sogni. Per noi, ma soprattutto per i nostri figli e nipoti.  E la guerra sarebbe già più che abbastanza, se non ci fosse lo spauracchio delle nuove terribili armi: chimiche, biologiche, e atomiche. Una paura a cui non riusciamo neanche a dare un volto.

Non era di questo però che volevo parlare quando mi sono seduta al computer, ma di una riflessione più amara e generale, che vando facendo in questi giorni e che ci investe non solo in quanto genitori e nonni. Noi siamo cresciuti in piena guerra fredda, con lo spauracchio della minaccia atomica sempre in qualche modo presente. Ma negli anni ci siamo anche abituati a ritenerlo un deterrente, quasi un fattore di un “equilibrio” instabile e malato, ma pur sempre un equilibrio: il mondo si divideva in due, entrambe le parti possedevano la bomba atomica, ma ne conoscevano il terribile potere e sbandieravano il proprio arsenale quasi come fanno, mi si perdoni l’immagine, due bulli che da lontano si sfidano mostrando i muscoli. Nessuno di noi, uomini e donne “della strada” del mondo occidentale, pensava che sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbe davvero preso in considerazione di usare questo deterrente.

Oggi è come se l’atomica fosse stata “sdoganata”, per usare un termine di moda. Abbiamo vissuto l’incidente nucleare di Chernobyl, e noi lo ricordiamo bene, ne portiamo ancora i segni, anche con l’aumento del numero di ammalati di cancro alla tiroide tra coloro (anche italiani) che sono stati esposti alle radiazioni; eppure, già da qualche tempo alcuni hanno cominciato a dire che è stato un rischio sopravvalutato, che in fondo oggi (almeno, prima dell’aggressione russa all’Ucraina) nel territorio intorno a Chernobyl le piante e gli animali sono tornati a vivere e a moltiplicarsi senza problemi. Insomma, cercano di sminuire la portata di quell’incidente. E ora si sente parlare di “bombe a basso potenziale” (che significherà mai? Nessuna morte, nessuna sofferenza inflitta dall’uomo ad altri uomini è mai giustificata!), mentre addirittura si minacciano delle città europee dicendo, come se fosse un vanto, che è possibile raderle al suolo in 30 secondi. Raderle al suolo…. milioni di vite, milioni di bambini, secoli di storia, di arte, di memoria… di tutto ciò che ci rende umani, spazzati via in un attimo! Tutto ciò che rende umane non solo le vittime, ma anche coloro che lanciano le bombe, il cui gesto cancellerebbe, ben al di là dei danni inflitti, tutta la storia dell’evoluzione dell’uomo.

Ecco, io non ho l’ambizione di fare analisi militari o politiche, lascio ad altri, ben più colti e ferrati di me, l’onore di farle; non so fare analisi economiche, anche se sono come tutti spaventata dalla prospettiva della mancanza di gas, del razionamento, della crescita dei prezzi. Non so chi vincerà e chi perderà in questa guerra al massacro. Cioè, lo so: perderà l’intera umanità, saremo costretti a ripensare e ridefinire il nostro futuro.

Nonna Annalisa

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