Nonna Annalisa racconta – L’allattamento… dalla parte di una nonna!

Le esperienze di una nonna alle prese con un nuovo nipotino. Esperienze comuni a tutte le nonne… Che cosa ne pensate? Scriveteci a [email protected].

Parliamo di… allattamento! Certo, i nonni non c’entrano nulla, però succede che noi nonne siamo chiamate in causa, alla ricerca di consigli, da figlie o nuore. E scopriamo una cosa che molte di noi avevano cancellato: anche l’allattamento al seno ha i suoi problemi. E non parliamo di quando ci sono difficoltà oggettive (per esempio bambini prematuri, che non si attaccano, conformazioni particolari del capezzolo…), ma anche del “normale” allattamento. Che genera sempre ansia nella mamma: il mio latte basterà? Ne avrò abbastanza? Ma non solo: per quanto possa essere gratificante, per una mamma, allattare, sentire questo prolungamento di un contatto fisico unico e intenso con la sua creatura, dall’altro lato c’è un po’ anche la sensazione di essere “prigioniera” del bambino, di non potersi allontanare, di non potersi ritagliare un attimo per sé. Una sensazione che alla luna comincia anche a pesare…

È quello che è successo a mia figlia. Ho passato con lei lo scorso sabato, e tra una poppata e una passeggiata c’è stato un bellissimo scambio di confidenze nonna/mamma: sono i momenti in cui mi sento assolutamente privilegiata, in pace con me stessa, grata per il privilegio che mi è toccato… ma anche vulnerabile, timorosa che questo meraviglioso equilibrio possa rompersi…
Ma torniamo all’allattamento. Non so se sia un mio ricordo distorto, ma ai miei tempi mi sembra che né io né mia madre, i medici o le persone che mi circondavano abbiamo mai messo in discussione la mia capacità di allattare e di avere abbastanza latte per le mie figlie. Ora mi sembra che sia diverso: da un lato c’è una spinta fortissima, da parte di medici e puericultori, verso l’allattamento al seno, tanto da generare quasi un senso di colpa e di inadeguatezza alle prime difficoltà; dall’altro c’è un’ansia di “controllo” molto forte.
Mi sembra, per esempio, che mia figlia entri sempre in ansia quando, con la pesata prima e dopo la poppata, scopre che la bimba ha succhiato meno latte del previsto.  Se poi la bimba è inquieta e si lamenta, l’ansia aumenta esponenzialmente, e in questi casi ricorre all’integrazione. Ma anche preparare l’integrazione, quando è da sola e bimba piange, è fonte di stress. Per non parlare, viceversa, degli ingorghi mammari, con relativo dolore e spavento, che le sono capitati un paio di volte, quando la bambina non succhiava abbastanza.
Perciò ogni tanto si scoraggia e pensa di passare decisamente al latte maternizzato, per poi cambiare parere quando il pediatra la rassicura e i “numeri” le dicono che la bimba cresce bene. Insomma, un’altalena piuttosto stressante, in cui ogni tanto ricorre al consiglio della mamma… cioè miei. Consigli difficili da dare: noi mamme vorremmo il meglio per le nostre figlie e per i nipoti. Quindi per i nipoti sì all’allattamento al seno, per le figlie… se si stancano troppo, se non ce la fanno, forse meglio il biberon, in cui magari io o il papà (ma quanto sono bravi i papà di oggi!!!) possiamo darle un attimo di respiro.

Secondo me alla fine la cosa migliore è appoggiare le mamme nelle loro decisioni, cercando di alleggerirle in tutti quei momenti e quelle incombenze in cui non sono indispensabili (non solo fare la spesa, cucinare qualcosa, fare andare una lavatrice… ma anche tenere il/la nipote tra una poppata e l’altra, magari incoraggiando la figlia o la coppia a prendersi un’ora per sé, per ritrovarsi, parlare…). È quello che sto cercando di fare. Che cosa ne pensate?

Nonna Annalisa

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