Nonna Annalisa racconta – Una nipote “furbacchiotta”

Il faccino sorridente della piccola E. che, consapevole del suo potere e del suo ascendente su di me, riesce a ottenere tutto (beh, quasi tutto: su qualcosa riesco a difendermi!). Quando non sono con lei, mi basta chiudere gli occhi per rivederlo e per sciogliermi.
La rivedo mentre mi dice che “vuole una cosina”, chiedendomi di aprire i cassetti alla ricerca di qualcosa che attiri la sua attenzione; e poi, quando l’ha trovata e se ne è impossessata trionfante, mi dice sorridendo “sono una furbacchiotta?”, in cerca di complicità e di perdono per una cosa “proibita”, che a casa non le consentono di fare. E mi strappa un sorriso, anche a distanza di giorni.
Oppure quando la “furbacchiotta” mi chiama nonnina, come l’altra sera. Aveva finito la sua porzione di pizza (uno dei suoi cibi preferiti… come per tutti i bambini!) e io, pensando che avesse mangiato abbastanza, le avevo detto che non ce n’era più, quando si è sollevata in piedi sul seggiolone per sbirciare nel cartone e, vedendo che ne era rimasta un po’, mi ha detto tutta seria: “ma nonnina, ce n’è ancora!”. Come fare a resistere?
Eppure, da mamma resistevo! Anzi, ero piuttosto rigida… Miracoli dell’essere nonna? Senz’altro: mi scopro un’indulgenza, un’attitudine a sorridere delle sue piccole “marachelle” che da mamma non avevo, e una pazienza che sicuramente non ricordo. Ma miracoli che nascono sicuramente anche dal fatto che, anche se E. è affidata a me piuttosto di frequente, non me ne occupo sempre: se la casa quando va via è a soqquadro, so che potrò mettere in ordine con calma, anche il giorno dopo; mi organizzo per cucinare prima che venga, in modo da preparare rapidamente i pasti; pulisco prima del suo arrivo, per non dovermi preoccupare di passare l’aspirapolvere mentre è con me. Sono i privilegi dell’essere nonna, che le mamme non hanno. E naturalmente sotto tutto c’è la consapevolezza, il pensiero che cerco di scacciare ma che agisce in maniera sorda, che non so per quanti anni ancora potrò godermela così, fino a quando avrò la forza per occuparmene, per condividere la sua vita, per assaporate tutti questi piccoli grandi momenti di gioia che mi regala.

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