Nonni nelle famiglie ricostruite: un aiuto ai nipoti
Un nuovo contributo della professoressa Costanza Marzotto dell’Università Cattolica di Milano sul tema dei nonni nelle famiglie ricostruite con l’arrivo di un nuovo partner. Un tema più che mai di attualità, e che presenta mille aspetti diversi. Oggi la professoressa Marzotto si sofferma sull’aiuto che i nonni possono offrire ai nipoti per fronteggiare o cambiamenti nell’assetto familiare.
Nuovo partner significa anche, spesso, “nuovi nipoti” acquisiti, nuovi bambini che si inseriscono in qualche modo nel tessuto familiare. Anche questa è un’area relazionale assai complessa che porta spesso i nonni a chiedere aiuto per accogliere i nuovi nipoti, e per aiutare i bambini ad affiatarsi tra loro (compito assai sfaccettato che richiede tempi e modalità “su misura” per ogni situazione).
Per quanto riguarda l’aiuto ai nipoti ad adeguarsi, accettare la nuova situazione, l’atteggiamento migliore è l’ascolto.
I bambini e i ragazzi (membri della “terza generazione”) hanno un grosso lavoro personale da fare e questo impegno/fatica/sforzo non è eliminabile per loro. Poterne parlare con i nonni, senza sentirli schierati a favore o contrari, è una grande risorsa. I figli, sia piccoli che grandi, sono pieni di domande, a volte si sentono colpevoli/responsabili del fallimento dei propri genitori e quello ci cui hanno bisogno è poter continuare a contare sull’appoggio di entrambi senza doversi allineare con la scelta dell’uno o dell’altra per potersi sentire amati.
Nel lavoro con i Gruppi di Parola per figli di genitori separati, che offriamo all’interno anche del nostro Servizio per la coppia e la famiglia presso l’Università Cattolica di Milano ( Via Nirone 15 Milano, tel. 02 72345961) e oramai diffusi in tante altre regioni italiane (per saperne di più, leggete l’articolo: I gruppi di parola: un aiuto per le famiglie separate), i figli dei separati nominano le proprie difficoltà ad accettare i nuovi partner dei genitori e sono aiutati a far fronte a questo cambiamento inatteso che prescinde dalla loro volontà (un approfondimento su questo tema lo trovate in questo articolo di Martina Rossi: I bambini nelle famiglie ricostituite)
Parola d’ordine: accogliere le difficoltà…
Accogliere la molteplicità dei sentimenti provati è la risorsa migliore per aiutare i bambini e i ragazzi. Se un ragazzino esprime le sue difficoltà a trovare in casa la nuova compagna di papà o il nuovo fidanzato della mamma, questo è un compito evolutivo non eliminabile, ma che ciascuno di loro può affrontar nella misura in cui si sente ascoltato, capito e supportato con affetto nell’impresa da compiere.
A volte nel Gruppo di Parola i partecipanti esprimono una forte speranza di ricomposizione familiare, anche a fronte di fatti che confermano l’impossibilità del ricongiungimento tra papà e mamma. A volte questo desiderio può essere presente anche nei nonni, ma va elaborato!
Analogamente i figli di separati devono poter dire a qualcuno del fastidio per la presenza di nuovi fratelli o sorelle arrivati dall’“altra” famiglia, o della felicità per la nascita di un nuovo fratellino o sorellina generato/a dall’amore di due adulti importanti per lui (se ad esempio erano figli unici e soffrivano di questa condizione); se ne parlano con i nonni, l’ascolto discreto, ma empatico è una strategia vincente.
… e accogliere i “nuovi nipoti”
Come sappiamo dalle ricerche, lo sviluppo per le famiglie ricostruite può essere sintetizzato così:
- ridefinire i precedenti legami tra genitori biologici e figli;
- sviluppare relazioni adeguate tra genitori acquisiti, figli acquisiti e fratelli acquisiti;
- costruire un senso di appartenenza alla nuova unità familiare.
Spesso è in occasione delle feste di Natale o delle vacanze che i nonni si trovano impegnati in questo lavoro di accoglienza dei nuovi partner o dei nuovi nipoti, e in questo compito di sviluppo del corpo famigliare ognuno si regolerà secondo le sue doti di tolleranza, accoglienza, ma sempre senza forzature.
Ad esempio, se un “nuovo nipote” viene convocato alla tradizionale festa dai nonni per festeggiare il Natale, avrà anch’egli l’aspettativa di trovare qualcosa per lui sotto l’albero, e questo gesto di riconoscimento sarà per lui molto bello e ne parlerà con i fratellastri (per usare una nostra brutta forma lessicale) e con la madre naturale o con la mamma acquisita per meglio collocarsi nella nuova scena familiare.
La linea guida per tutti è lasciare lo spazio e il tempo per adeguarsi alla nuova configurazione familiare, sapendo che i legami sono eterni, che i legami di sangue non sono recidibili e che pur cambiando casa, si resta figli e fratelli di chi ci ha generati e con cui siamo nati.
Pensiamo a questo proposito alla logica che sottende l’affido o l’adozione, cambiamenti radicali nella vita dei bambini che non cancellano mai l’origine dei legami.
Professoressa Costanza Marzotto
Università Cattolica di Milano
La dottoressa Marzotto conduce Gruppi di condivisione per nonni con figli separati presso il Servizio di Psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica di Milano, Via Nirone 15- tel. 02 72345961 – [email protected]
Trovate un altro contributo della professoressa Costanza Marzotto sullo stesso tema a questo link:
I nonni nelle famiglie ricostituite: accogliere il nuovo partner
I nonni nelle famiglie ricostituite: il rapporto con i “primi” partner
Nonni e famiglie: uno sguardo dal drone