Mal di testa? Anche l’alimentazione aiuta!

Ne soffre circa il 45% della popolazione mondiale, sia donne che uomini, anche se tra le donne è leggermente più diffuso che tra gli uomini. Stiamo parlando della cefalea, il comune mal di testa, che l’OMS, L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito tra le 20 patologie più invalidanti per le donne tra i 15 e i 45 anni.

Forme diverse

Ma il mal di testa non è tutto uguale; anzi, assume diverse forme:

  • emicrania, la più diffusa, che può manifestarsi solo da una parte del cranio e spesso è caratterizzata da un dolore pulsante o martellante;
  • di tipo tensivo, che colpisce tutta la testa e in genere non è molto forte, tanto che non impedisce di continuare a svolgere le normali attività;
  • a grappolo, che si manifesta prevalentemente negli uomini. È la forma più intensa e invasiva e colpisce in genere dal lato di un occhio o della tempia, per lo più sempre dallo stesso lato.

Le cause

Non è possibile ricondurre le cefalee tutte alla stessa causa. Anzi, in primo luogo va fatta una distinzione tra cefalee primarie e secondarie.

Nelle cefalee primarie il sintomo principale è il dolore e non sono collegabili ad altre patologie; in quelle secondarie invece il dolore è causato da una malattia di cui la cefalea è un sintomo secondario.

Detto questo, anche per le cefalee primarie ci sono alcuni fattori che possono favorire il loro insorgere: possono entrare in gioco, per esempio, uno stress eccessivo, una predisposizione genetica, l’eccessiva esposizione al sole, la mancanza di sonno, i cambiamenti di clima, l’inquinamento atmosferico, luminoso o sonoro, l’affaticamento degli occhi o, per le donne, il ciclo mestruale.

Il ruolo dell’alimentazione

Anche se non è possibile stabilire una relazione diretta tra alimentazione e cefalee, alcune sostanze presenti negli alimenti possono scatenare il mal di testa in persone predisposte, oppure accentuarlo in chi ne soffre. In particolare, da evitare sono i cibi che contengono le amine biogene (come l’istamina, la feniletilammina e la tiramina), sostanze che si formano soprattutto nel corso della fermentazione dei cibi (per esempio, i formaggi).

In generale, anche se non sempre chi soffre di cefalea riesce a mettere in relazione un tipo di alimento con la comparsa del dolore, bisogna dire che è bene evitare cibi dalla digestione lenta e complessa. Quindi preferire cibi leggeri, usare pochi grassi e scegliere metodi di cottura che non appesantiscano.

In particolare, ci sono alcuni alimenti che più spesso sono associati alla comparsa delle cefalee. Vi diamo qui un elenco (non è esaustivo; e poi, va considerato che la sensibilità ai cibi varia da persona a persona):

  • formaggi stagionasti o fermentati;
  • cioccolato, cacao e frutta a guscio (noci, nocciole, mandorle…);
  • agrumi, pomodori, banane, crauti e olive in salamoiai;
  • hot dog e carni stagionate, inscatolate o trattate (salsicce, salami..);
  • glutammato monosodico (contenuto per esempio nei dadi da cucina, nella salsa di soia…);
  • aspartame (dolcificante), nitriti (conservanti) e solfiti (additivi presenti nei vini);
  • fritture;
  • gelati e alimenti freddi;
  • aringhe e frutti di mare;
  • cibi contenenti caffeina;
  • bevande alcoliche.

L’ideale, come sempre, è una dieta leggera, ma tenete presente che anche un digiuno prolungato, come una dieta troppo drastica, possono scatenare la cefalea.

Infine, un consiglio a chi soffre di mal di testa: quando avete un attacco, cercate di ricordare che cosa avevate mangiato nel pasto precedente. Può aiutarvi a capire che cosa vi fa davvero male, così da evitarlo, perché ogni persona ha la propria sensibilità individuale.

Disclaimer  
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il  parere medico.

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