Musaba: un museo sorprendente, nel cuore della Calabria

Metti i resti di un antico monastero, ormai in rovina ma affascinante e pronto a raccontare la sua storia a chi si ferma ad ascoltarla: il Monastero di Santa Barbara a Mammola, che sorge su una rupe nel cuore della Calabria, vicino alla punta dello stivale. E metti un artista, Nik Spatari, nato proprio a Mammola e che, dopo una serie di esperienze artistiche che lo hanno portato lontano dalla sua terra, vi fa ritorno, nel 1969, con un progetto visionario: trasformare i ruderi di quel monastero in un museo-laboratorio dedicato all’arte contemporanea.

Nasce così Musaba, un museo sorprendente che piacerà anche ai bambini. E non più essere altrimenti: il contrasto, ma anche la fusione inaspettata e armoniosa tra l’ambiente naturale, gli antichi resti del monastero e le opere d’arte moderne, con i loro colori accesi e le forme inusuali, non può non colpire anche i bambini, mentre noi “grandi” al piacere degli occhi uniamo la meraviglia per l’arditezza di un progetto così grandioso.

Ma non aspettatevi un museo tradizionale: tutt’altro! È un museo all’aperto (e questo piacerà tanto ai bambini) voluto da Spatari e dalla sua compagna, Hiske Maas, e realizzato con grande creatività, nel corso di diversi anni. Un museo da girare senza un percorso stabilito, godendosi ogni angolo, lasciandosi stupire e soffermandosi su quello che colpisce di più.

A formare il museo non sono solo i ruderi del monastero, ma anche i sette ettari che lo circondano, con la valle del fiume Torbido e la tipica vegetazione del posto: alberi, giardini mediterranei, ulivi, agrumi. Le opere d’arte, che sorprendono anche per la loro collocazione, non sono “ospitate” in questo ambiente, ma si fondono in esso, contribuiscono a crearlo, a dargli forma.

Ad accogliere il visitatore, appena fuori dal museo, è la “Rosa dei Venti”, una struttura che ha la funzione di sala espositiva e di biglietteria e che è realizzata con forme geometriche che ricordano motivi tipici delle civiltà più antiche, quella egizia e quelle mesopotamiche.
Una volta dentro il museo… non vi resta che girare e abbandonarvi alla sorpresa! Girate in libertà, dicevamo, ma c’è una cosa che non dovete perdere: i resti della chiesa, dove Spatari ha realizzato un’opera monumentale, “Il sogno di Giacobbe”, che copre l’abside e la volta. È realizzata con una particolare tecnica, una specie di “collage” in cui le figure, ritagliate in un legno sottile e poi applicate sul fondo, creano un particolare effetto quasi tridimensionale.

Ma sono tante le opere esposte che provocano meraviglia, anche per le tecniche particolari con cui sono realizzate: c’è la farfalla creata con fondi di bottiglie di vetro; ci sono i mosaici che decorano le pareti del chiostro della foresteria; c’è la misteriosa scultura in ferro intitolata “Ombre della sera” e ispirata a una famosa opera etrusca; c’è la serie di dipinti e sculture dedicate alle lucertole… E potremmo continuare. Accanto alle opere di Spatari, ci sono anche tante opere di artisti contemporaneo, che hanno voluto così contribuire alla nascita di questo museo-laboratorio, e ringraziare per l’ospitalità che è stata loro offerta.

Il Musaba però non è solo un museo; Nik Spatari l’ha concepito anche come un laboratorio artistico, dove i giovani potessero formarsi e sperimentare. Per questo l’ex stazione delle Ferrovie Calabro Lucane è stata trasformata in un laboratorio d’arte, mentre accanto a essa sorge la foresteria, una struttura funzionale ma anche un’altra opera d’arte, la cui facciata è decorata con murales di Spatari.

Che consiglio dare a chi visita il Musaba, dunque? Lasciatevi stupire! Dimenticate tutte le idee che associate alla parola “museo”, mettetevi sulla lunghezza d’onda dei vostri nipoti e guardate queste opere con il loro sguardo pieno di incanto. Non rimarrete delusi!

Informazioni: www.musaba.com

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