Risponde lo psicologo – Se sbaglio… sono sbagliato?
Un nuovo interessante contributo su un tema di psicologia a misura di bambino della dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza.
In questo caso la “nostra” esperta sottolinea quanto sono importanti e utili gli errori nel processo di crescita del bimbo e suggerisce come comportarsi perché il bambino possa davvero imparare da loro, senza che la sua autostima ne abbia a risentire.
Quello dell’autostima, di come aiutare i bambini a costruire una solida autostima, è un tema che ci sta molto a cuore e sul quale nel sito trovate anche altri articoli:
L’autostima: come aiutare i bambini a crescere sicuri di sé
L’autostima die bambini: come aiutarli a costruirla
DOMANDA
Il mio bimbo ha 5 anni e si scoraggia facilmente quando non gli viene una cosa che sta facendo; si arrabbia molto, ad esempio oggi ripeteva più volte “voglio morire”, e quando gli chiedevo il motivo non rispondeva e ripeteva sempre questo.
Quando si è calmato e ho domandato di nuovo, ha detto che voleva ritagliare un disegno e aveva sbagliato.
Può questo comportamento essere dovuto a mancanza di sicurezza ed autostima? Che cosa posso fare?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
La domanda ci permette di riflettere su un tema importante come l’errore, la possibilità di sbagliare.
La società contemporanea sembra avanzare una costante richiesta di prestazione e di perfezione: bisogna fare tutto presto e bene e non è ammesso l’errore. Si cerca in tutti i modi di bandire dal nostro corpo i segni del tempo o i piccoli “difetti” che in realtà ci caratterizzano, in una frenetica corsa verso l’omologazione, verso una perfezione esterna che non può non avere conseguenze a livello psicologico.
Uno degli aspetti più faticosi, sia per noi adulti che per i bambini, è l’aspettativa di una prestazione perfetta, che nasce dal fatto di avere in mente un modello ideale così potente e condizionante. E davanti all’aspettativa di una prestazione perfetta è molto più difficile sbagliare, accettare di provare a fare le cose andando per tentativi ed errori.
Molti bambini rinunciano a priori (“tanto non sono capace”), oppure vanno incontro a forti crisi quando ciò che fanno non risponde all’ideale di perfezione. E questo porta a una fragilità dell’autostima, della fiducia in sé.
Si rifugge dall’errore come da qualcosa che può mandare all’aria la nostra autostima, che però è ben fragile se non si può permettere di includere l’errore nelle esperienze di vita.
Di solito queste situazioni emotive si creano in seguito a piccoli atteggiamenti quotidiani che gli adulti, senza volerlo, mettono in atto per “evitare”gli errori ai bambini. A volte ci viene spontaneo sostituirci a loro nelle cose che non riescono a fare (“lascia, faccio io”, soprattutto se si ha fretta), o rimettere le mani su qualcosa che hanno costruito, o fare commenti su quello che manca (“ma come, hai colorato l’albero rosso?”o “e perché non hai fatto i capelli lunghi alla bimba che hai disegnato?”), fino ad arrivare a sostituirci a loro nei compiti, pur di mandarli a scuola coi compiti perfetti!
Si tratta di situazioni e ambienti familiari in cui anche gli adulti fanno fatica a riconoscere l’utilità dell’errore.
Invece, riflettiamo: tutto quello che abbiamo imparato è stato acquisito attraverso prove ed errori. E perfino gran parte delle conquiste scientifiche sono avvenute per “errore”, mentre magari si cercava altro.
Procedere per tentativi ed errori è la strada maestra per imparare, e cercare di evitare a un bambino l’errore significa impedirgli di imparare a vivere. Il famoso detto “sbagliando si impara” dovrebbe sempre ben presente a tutti gli adulti che hanno a che fare con i bambini; l’errore dovrebbe essere valorizzato come una possibilità di crescita, piuttosto che segnalato con la penna rossa!
Non voler sbagliare significa non voler crescere, non voler vivere; per questo, fa riflettere la frase che ripete il bimbo della domanda quando sbaglia…
Credo che sia fondamentale riflettere sul modo in cui rimproveriamo un bambino di fronte all’errore. Se siamo troppo duri o preoccupati dallo sbaglio rischiamo di trasmettere al bambino che è lui stesso sbagliato, non solo quello che ha fatto. Se un bambino confonde lo sbagliare con l’essere sbagliato, è naturale che ogni errore è un attacco al suo sé più profondo.
Perciò, per intervenire in maniera costruttiva in questi casi, è fondamentale che gli adulti di riferimento del bambino riflettano innanzitutto sull’importanza che l’errore riveste nella crescita e nell’apprendimento di nuove abilità.
Dopodiché bisogna riflettere sulle modalità della “sgridata”, (o della correzione), stando attenti a limitarci a riprendere la cosa che il bimbo ha sbagliato, senza usare giudizi che riguardano il bambino stesso e la sua persona (“Quando fai così non va bene” piuttosto che “Ma sei stupido??”).
Importante è aiutare il bambino a fare esperienze di autonomia, fargli fare delle piccole cose da solo, lasciandogli il tempo di sperimentarsi; il riuscire a fare delle cose da solo nutre molto l’autostima .
È importante lodarlo quando trova soluzioni sue, originali e magari non perfette, ma sue. Osservare le cose che fa e magari ricordarle dopo qualche giorno, appena capita l’occasione (“questa cosa mi ricorda il disegno che hai fatto l’altro giorno… mi era piaciuto molto”), fa sentire amati e importanti.
Evitate di strappare i disegni del bambino e, anzi, se è lui stesso a farlo, recuperateli, rimetteteli insieme o rispiegate i fogli accartocciati dicendo al bambino che a voi piace perché l’ha fatto lui, e anche le cose per lui “brutte”, per voi sono importanti.
Qualora queste piccole indicazioni non avessero effetto sarà importante approfondire il discorso con un esperto, poiché il disagio psicologico non passa semplicemente con la crescita, e prima lo si affronta e più è facile risolverlo.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.