Risponde lo psicologo – Nonni nelle famiglie ricostituite
Una figlia separata e con una bimba che ha ritrovato serenità accanto a un nuovo compagno a sua volta separato e la cui figlia stenta ad accettare la nuova situazione. I nonni ci scrivono: come aiutare la famiglia emersa da questo “terremoto” a ritrovare un nuovo equilibrio? E come aiutare, soprattutto, le due bambine? La risposta della psicologa Monica Accordini (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC).
DOMANDA
Scrivo dopo aver letto gli articoli del vostro sito sulle famiglie ricostituite e sulle reazioni dei figli quando c’è un nuovo compagno compagna. Io sono una nonna che ha vissuto tutto questo attraverso sua figlia. La mia Valeria si è separata tre anni fa e ora ha trovato un nuovo compagno. Mi sembra che tra loro ci sia una buona intesa e che anche la mia nipotina, che ora ha 8 anni, abbia accettato il “nuovo papà”.
Mi addolora però vedere che la figlia di Marco (il compagno di mia figlia) soffre ancora molto. È una bimba di dieci anni e sembra non accettare questa situazione, tanto che spesso Marco, quando passa il weekend con lei, cerca di organizzarsi in modo da portarla via (in gita, a trovare i nonni paterni…). Per non parlare delle vacanze, che sono sempre problematiche e che ancora ora mia figlia e il suo compagno passano in parte separati.
A noi nonni spiace molto questa situazione e non sappiamo come aiutare. Abbiamo sofferto molto, quando nostra figlia si è separata, e speravamo che tutti riuscissero a recuperare un po’ di serenità. Ora ci spiace vedere soffrire la bambina di Marco, cerchiamo di spiegare ad Alice, la nostra nipotina, che deve diventare sua amica, essere dolce con lei; le rare volte che ci capita di incontrarla, cerchiamo di trattarla con affetto, le prepariamo regalini per il compleanno, le feste… Lei però quando è con noi è sempre molto rigida, spesso scatta con suo padre, è molto suscettibile e bisogna stare attenti a quello che diciamo.
In che modo possiamo aiutare questa bimba e far sì che non sia sempre sul piede di guerra quando è con noi?
Grazie per la risposta!
Giovanna
RISPONDE LA PSICOLOGA MONICA ACCORDINI
Buongiorno Giovanna,
innanzitutto mi sento di ringraziarla per la sensibilità, davvero non comune, che dimostra nei confronti della figlia di Marco. Le famiglie ricomposte sono probabilmente la forma famigliare più complessa che si possa sperimentare, tenga presente che, se in una famiglia tradizionale, i rapporti diadici possibili (madre-figlio, padre-figlio, nonna-nipote, nuora-suocera, ecc.) sono otto, in una famiglia ricomposta possono arrivare quasi a sessanta! Se in tutto questo ci aggiunge poi che l’interesse di una pre-adolescente (perché la figlia di Marco questo è) è quello di stare e allacciare relazioni il più possibile lontano da casa, ecco che di motivi per essere rigidi ce ne sono a bizzeffe!
Il modo in cui un bambino o un ragazzo vive la separazione dei genitori dipende in larga parte da come essi sono stati in grado di gestirla, raccontarla e da come hanno saputo – o meno – continuare ad esercitare un ruolo genitoriale anche in mezzo alla burrasca di un amore finito. In primis le direi quindi che una relazione rispettosa con la figlia di Marco non può in alcun modo prescindere dalla sua storia, da quanto le è accaduto. Può benissimo essere che, in questo momento, per lei le relazioni siano un terreno “scivoloso” in cui chi mostra di volerle bene ad un certo punto si allontana, un terreno su cui, quindi, lei non si sente di rischiare.
Non esistono regole nel trattamento delle famiglie ma, se ne esistesse una nell’ambito della ricomposizione famigliare, sarebbe ANDATE PIANO! Le famiglie ricomposte vivono tante trasformazioni tutte insieme e tutte molto veloci e, mentre gli adulti queste trasformazioni le hanno scelte e hanno avuto modo di pensarci, i bambini le “subiscono” ed è quindi necessario dare loro il tempo necessario per metabolizzarle. Le ricerche ci dicono che sono necessari dai quattro ai sette anni ad una famiglia ricomposta per acquisire dei ritmi, delle routine e dei confini consolidati. Le scrivo questo non perché voglia sconfortare lei, Valeria e Marco ma per farvi capire che qualche scossone e un periodo di assestamento non solo sono normali, ma sono indice che state facendo le cose per bene.
Per quel che riguarda la figlia di Marco, nello specifico, aspettate, non fate nulla. Mi rendo conto che in questo momento è difficile e che vi sembra che la felicità e l’armonia tanto sognate siano solo a un passo ma l’armonia non si guadagna con un colpo di bacchetta magica, si conquista con il tempo, così come la fiducia. E’ normale che un’adolescente sia circospetta di fronte a persone che non conosce e con cui non ha scelto di stare (in tutta onestà, mi stupirei e preoccuperei del contrario). Utilizzate questo tempo per osservare questa ragazza, per capire un pochino di più di lei, cercate di capire genuinamente se qualcosa le piace o le interessa, magari anche facendovi aiutare da Marco stesso. Siate gentili ma non insistenti e lo stesso dovrebbe valere per Alice: Alice non “deve” fare nulla, l’amicizia non può essere frutto di un’imposizione, nasce da un desiderio che non possiamo forzare nella vita di nessuno, per ora è solo importante che le due sorelle acquisite siano cordiali l’una con l’altra, l’amicizia, se sarà, arriverà con il tempo.
Ultima cosa importante: non guardate con tristezza il fatto che Marco scelga di passare del tempo da solo con la figlia, mi sembra piuttosto il segno di una paternità consapevole. Affrettare il passo e voler fare tutto insieme, “come una vera famiglia” è spesso una delle fonti di litigio e frattura maggiori nelle famiglie ricomposte perché tutti si sentono di camminare sulle uova e tutti si sentono in competizione con gli altri per l’affetto di qualcuno. Cercare di avere del tempo a due, rafforzando i legami biologici è invece una strategia efficace per porre delle buone e solide basi in una famiglia ricomposta.
A lei e a tutta la famiglia allargata un caro augurio di buona estate!
Monica Accordini
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
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