Risponde lo psicologo – La nascita di un fratellino, che rivoluzione!
Ci scrive una mamma (sì, ci leggono anche le mamme!) per chiederci un consiglio: il suo primogenito, da quando è nato il fratellino, è diventato ingestibile. Eppure, era stato proprio lui a dirci contento del suo arrivo! Niente di nuovo, per noi nonni… La risposta della psicologa Sara Pelucchi (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC).
DOMANDA
Sono la mamma di un bambino di 5 anni e di uno di 4 mesi. Mio figlio è un bambino molto vivace e intelligente, ma ultimamente in casa è una continua lotta. Un momento è calmo, sereno e amorevole, il momento dopo inizia a sfidarci, facendo dispetti a me o al papà e prendendo di mira il fratellino di pochi mesi. Le stiamo provando tutte; punizioni, sculacciate, essere accondiscendenti, dialogo, minacce. Nulla funziona. Sembra alternare momenti in cui è obbediente, maturo, calmo, a momenti in cui deve attirare l’attenzione (non ascolta, fa cose da bambino scostumato, sapendo di toccare la nostra suscettibilità). Sicuramente l’arrivo del fratellino potrebbe aver influito, anche se ha chiesto lui un fratellino e noi gli abbiamo fin da subito fatto capire che lo abbiamo accontentato. Lo abbiamo da subito coinvolto (scelta del nome, del corredino, la culletta, ecc.). Dove abbiamo sbagliato? A scuola è allegro, vivace, sempre educato, rispettoso delle regole, intelligente, maturo e svolge i suoi lavori. Grazie per il consiglio che ci darà.
RISPONDE LA PSICOLOGA SARA PELUCCHI
Gent.ma mamma,
non so quanti bambini figli unici risponderebbero affermativamente alla domanda “Desideri che arrivi nella tua famiglia un bambino con cui condividere le attenzioni e l’affetto che prima mamma e papà dedicavano solo a te?”. L’arrivo di un fratellino, oltre che rappresentare la gioia di un nuovo compagno di giochi, un legame per sempre nella vita, significa anche e soprattutto questo all’inizio. Nelle prime fasi di vita del fratellino, i bambini si rendono subito conto di questo cambiamento dello sguardo dei propri genitori, della loro mamma, cambiamento che per la loro età e capacità cognitiva non erano certo in grado di preventivare. Un cambiamento che è sicuramente una ricchezza per lo sviluppo psicologico di un bambino, ma che è pur sempre un cambiamento. I cambiamenti sono difficili per tutti. Un cambiamento di questo tipo implica una rinuncia e le rinunce attivano la presenza di emozioni e comportamenti di opposizione ad esse. Sicuramente accoglienza, rassicurazione dell’affetto, il riuscire a ricavare seppur brevi momenti di unicità di rapporto con lui o valorizzando i momenti di relazione con il papà – sono delle strategie applicabili per aumentare la serenità di vostro figlio. Un consiglio che vi posso dare è quello di considerare il vostro figlio maggiore come un bambino di quattro anni con i suoi bisogni, ricordando che non ha certo chiesto lui di essere un fratello maggiore anche perché, nei fatti, la scelta di avere un secondo figlio appartiene ai genitori, adulti che hanno la capacità di comprendere cosa comporti la ricchezza di tale scelta in tutte le sue sfaccettature.
Se desiderate un colloquio di approfondimento e accompagnamento ulteriore nell’affrontare questa transizione per il benessere di vostro figlio potete richiedere una consulenza psicologica.
Dott. Sara Pelucchi, psicologa psicoterapeuta
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia