I bambini nelle famiglie ricostituite
Come reagiscono i figli del primo matrimonio all’ingresso di un nuovo partner nella vita familiare?
Per cercare di capirlo, i conduttori dei Gruppi di Parola per figli di genitori separati/divorziati che entrano in contatto con i vissuti e le emozioni di tantissimi bambini, tra cui molti appartenenti a famiglie ricostituite, hanno effettuato delle interviste. Il fine è stato quello di esplorare il punto di vista dei bambini, spesso i soggetti più fragili e delicati in queste situazioni. Ce ne parla Martina Rossi, ricercatrice dell’Università Cattolica di Milano, autrice di in uno studio molto interessante proprio su questo tema.
Oggi, le famiglie ricostituite sono sempre più numerose. Anzi, dal punto di vista sociologico sono una delle tipologie familiari emergenti, e addirittura alcuni studiosi affermano che esistono più famiglie ricostituite che famiglie “tradizionali”. In Italia però è difficile individuare con precisione in numero di queste famiglie perché i dati sono falsati, anche semplicemente perché le nuove coppie non sentono il bisogno di ufficializzare la loro unione.
Al di là delle statistiche, comunque, si tratta di una realtà di fatto, con cui tutti siamo in contatto anche quando non ci investe direttamente, nelle famiglie nostre o dei nostri figli.
Ma come reagiscono i bambini all’ingresso del nuovo partner nell’assetto familiare? È stata questa la domanda-guida del mio studio, e se volessi riassumere in poche parole quello che è emerso, potrei dire che l’ingresso dei nuovi partner nelle coppie separate/divorziate è un evento sempre complesso e faticoso per i figli della prima unione. Però la loro reazione non è univoca.
Se guardiamo la modalità con cui i bambini rappresentano i nuovi partner di papà e mamma e in generale la famiglia ricostituita, vediamo infatti che è molto diversificata. E questo dipende anche da come i genitori stessi ne parlano con loro e fra loro.
I bambini e i ragazzi vivono con più serenità la comparsa di nuovi compagni nel momento in cui entrambi i genitori hanno al proprio fianco una nuova persona. Nel caso in cui sia solo un genitore ad essersi riaccompagnato, invece, di solito sorge o si potenzia nel figlio un sentimento protettivo verso il genitore “rimasto solo”. Col tempo però questo sentimento potrebbe modificarsi se il genitore “solo” non vive questo suo stato con un sentimento di frustrazione e riesce ad accompagnare i figli in un percorso di accettazione, facendo loro sentire di essere sufficientemente sereno. Vi sono figli grati ai nuovi compagni che considerano come una risorsa per i genitori rimasti soli, mentre altri attribuiscono alla presenza dei nuovi compagni la responsabilità della separazione.
In generale il punto di vista dei figli è molto lucido e spesso, aiutati dall’atteggiamento dei genitori, comprendono bene la differenza di ruoli e la valenza importante che i nuovi compagni hanno sia per i genitori che per la loro stessa vita di figli.
Il loro atteggiamento verso i nuovi compagni dei genitori è quindi molto variegato: talvolta sono visti come risorse, compagni di gioco, amici, ma a volte anche come “mostri” e persone che vogliono “sostituirsi al padre”. In generale, è più difficile per i padri acquisiti inserirsi nel nuovo contesto, in quanto il più delle volte devono fronteggiare le resistenze dei figli.
Un altro aspetto critico è la paura di nuove nascite. Molti figli dei partner nelle famiglie ricostituite temono fortemente la nascita di un fratellino/sorellina perché ritengono che possa rubare loro l’attenzione e la cura dei genitori. Nella gran parte dei casi, però, questo sentimento negativo viene superato con l’arrivo del nuovo bebè, che se adeguatamente preparato diventa oggetto di tenerezza e di istinto di protezione.
Una cosa particolare, che è emersa nel mio studio, è che i figli parlano raramente di «famiglia allargata», ma più spesso di «una famiglia tanto grande» e riconoscono di avere delle difficoltà pur dichiarando che «nella nuova famiglia ci sono persone che ti vogliono bene».
Martina Rossi
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