Nonni e nipoti: il dono del tempo per la noia
Sì, nonni, proprio così: uno dei doni più grandi che possiamo fare ai nostri nipotini è quello di aiutarli ad… annoiarsi! D’altra parte, voi ricordate la noia dei nostri pomeriggi, dopo la scuola? Certo, andavamo a giocare con gli amici in cortile, quando si poteva, ma anche lì non c’era nulla di organizzato, nulla di imposto: si giocava e basta, qualche volta si litigava, qualche volta ci si raccontava le cose, qualche volta ci si annoiava, da soli o anche insieme quando non si riusciva a trovare un accordo su che cosa fare…
Noi siamo cresciuti così, “allo stato brado”, soprattutto nei mesi estivi. Esperienze che poi sono risultate preziose, nella nostra vita, che ci hanno aiutato a conoscere gli altri, a capirli, ad accelerare quando era ora ma anche, ogni tanto e quando serviva… ad “annoiarci”, a usare il tempo per altro, magari per ascoltare musica e scoprire attraverso gli amici nuovi generi o nove voci, per strimpellare una chitarra con qualche note insegnate da un amico, per una lettura libera, di quello (fumetti, giornalini, racconti, romanzi…) che ci incuriosiva. E questo ha dato alla nostra infanzia, e in particolare alle nostre estati, quell’impronta di libertà che tutti ci ricordiamo.
Oggi, inutile dirlo, per i nostri nipoti le cose sono molto diverse. Soprattutto se vivono in città, il loro tempo è per gran parte dell’anno rigidamente scandito tra “scuola” e “attività” (musica, inglese, attività sportive, magari pittura…) che lasciano ben poco tempo alla noia. E anche d’estate… è lo stesso!
Qualche volta anche noi nonni ci mettiamo del nostro: se abbiamo con noi i bambini solo per qualche giorno, ci diamo da fare per organizzare le loro giornate e far sì che e loro vacanze con noi siano “memorabili”. E lo stesso succede ai loro genitori, stretti in quella “settimana/ quindici giorni di ferie” in cui godersi tutto il possibile.
La noia però vuol dire anche avere tempo per riflettere, tempo per se stessi, per interrogarsi, per sognare… e pian piano, per scoprire chi siamo, che cosa ci piace, che cosa vogliamo realizzare nella nostra vita.
Perciò nonni, regaliamo ai nostri nipotini questo tempo, il tempo per la noia. Evitiamo di proiettare su di loro i nostri sogni e le nostre aspettative, rinunciamo a “programmarli”, disponiamoci all’ascolto profondo, alleniamoli alla curiosità verso le piccole cose (e le grandi… che talvolta sono le stesse). Insegniamo loro che la competizione non è l’unico modo di affrontare le cose. Che è sì bello emergere, ma nel senso di utilizzare le nostre capacità (quelle di ognuno!) al meglio, per noi stessi ma anche per chi ci sta intorno; che spesso i grandi risultati si ottengono lavorando in team in cui ognuno ha capacità diverse, e proprio questa diversità di talenti è la ricchezza su cui far leva e che porta al successo.
Difficile? Certo, detto così forse… ma iniziamo dalle piccole cose, da un po’ di “noi”, da un pomeriggio seduti insieme all’ombra, senza programmi, a chiacchierare, a raccontarsi… magari mentre insegniamo pigramente ai nipotini un semplice gioco di carte. Che ne dite?