La leggenda del salice piangente

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Una delicata leggenda, bella come una fiaba, da leggere ai bambini. Spiega in modo fantasioso perché il salice piangente ha i rami rivolti verso il suolo.

In un tempo molto lontano il salice era un albero con rami dritti che si protendevano verso il cielo. Cresceva in un grande prato sulle rive di un ruscello, accanto a un sentiero che portava a un villaggio. Ogni giorno, dopo la scuola, i bambini andavano a giocare alla sua ombra e lui era felice di sentire le loro grida e le loro risate argentine. Al mattino, invece, raccoglieva le confidenze del ruscello, che nel suo corso attraversava tutti i villaggi della valle e gli portava le ultime notizie.

La sua vita scorreva tranquilla e il salice diventava ogni giorno più alto e più forte: era fiero delle sue foglioline argentate, che sembravano di seta, e che offrivano riparo a tutti coloro che passavano sul sentiero, diretti al villaggio.
Un brutto giorno però passarono di lì due boscaioli. Tornavano dal monte vicino, dove avevano tagliato diversi alberi. Però non avevano trovato quello che cercavano: un albero da cui ricavare il legno liscio e dritto che serviva al falegname del villaggio per realizzare un mobile molto pregiato.
Uno di loro alzò lo sguardo verso il salice ed esclamò: – Guarda che bell’albero! È quello che fa per noi!
– Ora è tardi e non abbiamo tempo, ma domani torneremo a tagliarlo – rispose l’altro.

Nell’udire queste parole, il salice si allarmò moltissimo: possibile che volessero davvero tagliarlo? E che fare?
Si confidò con il suo amico ruscello, che ebbe un’idea: – Domani, quando li vedrai arrivare, chinati più che puoi e curva i tuoi rami verso il solo: vedrai che ti lasceranno stare!
Il salice decise di seguire il consiglio del suo amico e l’indomani, appena vide da lontano i due boscaioli che, armati di ascia, venivano verso di lui, si chinò finché i suoi rami non sfiorarono l’acqua del ruscello.
Arrivati vicino al salice, i due boscaioli rimasero con la bocca aperta: cos’era successo a quell’albero, che appena ieri aveva tutti i rami dritti verso il cielo? Ora non solo erano curvi, ma anche morbidi ed elastici, e fluttuavano al vento. Per loro, erano inservibili! Così, lasciarono stare l’albero e andarono via con le pive nel sacco.

Anche i bambini, quando si riunirono sulla riva del ruscello nel pomeriggio, dopo la scuola, rimasero stupiti, ma furono ben felici del cambiamento: ora, giocare a nascondino sotto l’albero era molto più divertente! Il salice decise  quindi che da allora in poi sarebbe rimasto così, lasciando che i suoi rami flessuosi sfiorassero il suolo e l’acqua, e per questo da allora è chiamato “salice piangente”.

Annalisa Pomilio

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