I bambini non sanno più correre?

Foto 255487726 © Famveldman | Dreamstime.com

Correre è l’attività motoria più naturale per l’essere umano… o no? Stando a dati recenti, pare che i bambini di oggi abbiano perso la capacità di correre. Si stancano subito, non hanno fiato, ma soprattutto non sono coordinati, non hanno flessibilità nei movimenti. Colpa certo delle ore che passano sugli smartphone e sui tablet, ma anche del fatto che non escono più a giocare all’aperto, in cortile o al parco, come facevamo da bambini noi nonni , che passavamo le ore a rincorrerci, a giocare a nascondino, ad acchiapparci, a saltare l’elastico… Soprattutto nelle grandi città, i parchi sono piccoli, con spazi ridotti e in genere frequentati dai più piccini. Dopo una certa età, o i bambini si indirizzano verso uno sport specifico, oppure… addio movimento!

Correre è la cosa più naturale del mondo, istintiva come camminare: non si impara a correre, come invece si imparano altri sport. Eppure, anche per correre bisogna allenarsi, e i nostri bambini non lo fanno abbastanza. E questo si riflette su tutte le capacità motorie, che oggi in genere sono ridotte rispetto a cinquant’anni fa. Certo, abbiamo atleti, ragazzi impegnati nell’agonistica, che si allenano duramente e raggiungono ottimi risultati; ma sono la punta dell’iceberg, mentre gli altri non solo non sono allenati nel correre, ma in generale sono più rigidi, meno agili.

Ma quanto deve muoversi un bambino? Secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe fare almeno 60 minuti di attività motoria al giorno. E certo, i nostri nipoti fanno ginnastica a scuola, e li iscriviamo a nuoto, a danza, a tennis… ma nessuna di queste attività copre con continuità l’ora giornaliera consigliata dall’OMS. E poi, queste attività organizzate non possono sostituire la libertà e il divertimento che provavamo noi nonni, da bambini, a correre nei prati o a ritrovarci in cortile con i nostri amici.

Perché la corsa in particolare è importante? Non solo per il fisico – è un’attività aerobica e quindi migliora il metabolismo, rafforza i muscoli, favorisce il coordinamento… – ma migliora anche la qualità del sonno e favorisce la capacità di concentrazione e la memoria. Sì, perché anche lo sviluppo cognitivo passa attraverso il movimento, per non parlare della capacità di relazionarsi con gli altri, che noi imparavano giocando – e anche litigando – con gli amici in cortile.

Perciò, nonni – e genitori – riflettiamoci! Diamo l’esempio ai bambini, andando a prenderli a piedi a scuola, portandoli con noi a camminare, lasciando che giochino liberi nei parchi (certo, sempre sotto il nostro sguardo, ma da lontano), senza allarmarci troppo se cadono, si sbucciano un ginocchio, o se litigano con gli amici. Lasciano che recuperino quella confidenza con il proprio corpo che tanti bimbi sembrano aver perso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *