Fiabe per bambini – Il pastore e la figlia del re

C’era una volta un re che aveva una figliola bellissima, e desiderava per lei un marito straordinario. Perciò fece diffondere un bando: tutti i giovani de regno erano invitati a presentarsi a palazzo per superare alcune prove. Chi fosse riuscito avrebbe avuto in sposa la principessa.
Furono per lo più giovani nobili e ricchi quelli che si prepararono alla sfida per sposare la principessa. Ma un giovane pastore, udito il bando, si disse: “Perché non tentare?” e partì alla volta del palazzo del re. Lasciò il suo gregge e si fece assumere al castello come sguattero, in attesa del suo turno.

Il re fu piuttosto contrariato nel vedere un pastore che ambiva alla mano della principessa, ma poiché il bando diceva che tutti i giovani erano ammessi, non poté rifiutarlo. Il pastore si dimostrò più abile e capace di tutti quei nobili, ma il re non voleva che vincesse e cercò un espediente per eliminarlo dalla gara. Disse quindi che le prove non erano terminate: ve n’erano ancora tre.


Il giovane capì che il re voleva farlo rinunciare perché non lo voleva come genero. Perciò, indeciso se accettare, si prese un giorno di tempo per pensarci.
Andò a passeggiare nella campagna attorno al palazzo e incontrò una vecchina che chiedeva l’elemosina. Il pastore le diede quel poco che aveva e la vecchia gli chiese chi fosse e come mai si trovava lì. Il ragazzo le raccontò la sua storia e la prova che avrebbe dovuto affrontare l’indomani.
– Nulla è impossibile a chi ha il cuore buono – disse la vecchietta. – Prendi questo zufolo e accetta la prova. Quando avrai bisogno di aiuto, suonalo.
Il pastore prese lo zufolo, ringraziò e si presentò al re.

– Ho deciso di accettare la prova – dichiarò. – Sono pronto.
Il re, sicuro che il ragazzo non ce l’avrebbe fatta, liberò le lepri che in un batter d’occhio si dispersero nella campagna. Il pastore si sedette ad aspettare; quando gli parve il momento giusto suonò lo zufolo e le lepri si radunarono tutte attorno a lui.
Un cortigiano però lo aveva seguito e riferì tutto al re. Così la principessa, per far fallire la prova, pensò di portargli via almeno una lepre. Si travestì da pastorella e si presentò al pastore, che però la riconobbe.
– Che belle bestiole! – esclamò. – Non si potrebbe averne una!
– Certamente – rispose il ragazzo, – ma solo se mi allaccerete le stringhe della scarpa sinistra.
La principessa accettò. Così prese la bestiola, la mise in un cestino e si allontanò. Ma aveva fatto pochi passi che il pastore prese lo zufolo, vi soffiò dentro e subito la lepre schizzò fuori dal cestino e tornò in mezzo al branco.
Allora il re in persona decise di provare a far fallire la prova. Si travestì da boscaiolo, salì in groppa a un somarello e raggiunse il pastore.
–Che belle bestiole! – esclamò indicando le lepri. – Non si potrebbe averne una?

Il pastore aveva riconosciuto il re, ma fece finta di nulla.
– Certamente – rispose. –Ma voglio un prezzo speciale: dovete baciare il vostro asino sotto la coda. Allora avrete la lepre.
Il re divenne rosso come un pomodoro: nessuno mai aveva osato rivolgergli una richiesta simile! Ma pur di avere la lepre, lo fece. Però, come era avvenuto con la principessa, il pastore suonò lo zufolo e la lepre tornò con le altre.
Il giovane così ricondusse al castello tutte le lepri.

– Ecco la seconda prova – disse il re. – Nel granaio ho fatto mescolare piselli e lenticchie. Dovrai separarli nel corso di una notte e senza luce.
Il pastore rabbrividì, ma accettò. Non appena fu solo, suonò lo zufolo, ed ecco sbucare formiche a migliaia. Incominciarono subito a trasportare i piselli da una parte e le lenticchie dall’altra, e quando spuntò l’alba il lavoro era terminato.
– Ecco l’ultima prova – disse il re. – Dovrai mangiare tutto il pane che si trova in quello stanzone in una notte.
Anche questa volta il giovane accettò. Non appena fu solo, prese lo zufolo e vi soffiò dentro. Subito arrivarono tantissimi topi che divorarono tutto.

Non c’erano più scuse! Tuttavia il re tentò un’ultima scappatoia: fece portare un grosso sacco e disse: – Devi riempirlo di bugie, e quando sarà pieno farò celebrare le nozze.
Il pastore, davanti a tutta la corte, cominciò a raccontare frottole, spesso tanto divertenti che anche la principessa rideva di gusto; ma il re gridava: – Il sacco non è pieno!
– Bene – disse infine il pastore. – Adesso racconto le due bugie più grosse; un giorno venne da me la principessa travestita da pastorella e, per ottenere una delle mie lepri, mi allacciò le scarpe. E poco più tardi giunse il re travestito da boscaiolo, il quale, pur di ottenere una lepre…
– Non una parola di più, altrimenti il sacco trabocca! – urlò il re.
Il pastore tacque subito e, ottenuto finalmente il consenso per le nozze, sposò la principessa e vissero insieme felici e contenti.

Ludwig Bechstein

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I tre cani

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