Quella difficoltà a deglutire…

La sensazione che il cibo proprio non vada giù, tanto che ce lo giriamo e rigiriamo in bocca, e talvolta dopo che lo abbiamo deglutito ci viene dal tossire… Si tratta di disfagia orofaringea, un disturbo che colpisce circa il 13% delle persone sopra i 65 anni di età e una percentuale anche molto più elevata nel caso di particolari patologie. Lo sanno bene quelli tra noi che si sono trovati ad assistere un genitore molto anziano o colpito da qualche forma di demenza: in questi casi, infatti, la disfagia entra a far parte quasi sempre del quadro complessino della patologia. Però a causare la disfagia possono essere anche disturbi diversi e più lievi, come problemi della dentizione oppure un indebolimento nella muscolatura della mascella.

“Si tratta di una problematica in aumento” dice la dottoressa Francesca Galeazzi, Dirigente medico presso la Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova e Consigliere nazionale AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri, “legata anche all’invecchiamento della popolazione, con conseguente incremento delle patologie neurologiche e vascolari”.

Quali sono i sintomi?

I sintomi all’inizio possono essere poco evidenti.  “Si può sentire il bisogno di trattenere il bolo in bocca per molto tempo, evitare alcuni cibi o addirittura rifiutare il cibo” dice ancora la dottoressa Galeazzi.
Il rischio è che non si riesca a nutrirsi adeguatamente, perdendo peso e disidratandosi. Ma può succedere anche che il cibo, invece nell’esofago, finisca nelle vie respiratorie, con possibili effetti che vanno dalla tosse dopo la deglutizione fino a vere e proprie polmoniti, potenzialmente molto gravi, conseguenti all’ingresso del cibo nei polmoni.

Come si fa la diagnosi?

Ai primi sospetti ci si può rivolgere al proprio medico, che potrà fare una valutazione.
“La diagnosi però deve essere poi approfondita” raccomanda la dottoressa Galeazzi “con diversi specialisti e professionisti sanitari e con l’ausilio, se indicato, di esami strumentali come lo studio radiologico, in cui l’atto della deglutizione è filmato durante la deglutizione di un mezzo di contrasto”.

In che modo aiutarsi?

Ma che fare? Possono aiutare alcuni semplici accorgimenti.
“Per esempio” dice ancora la dottoressa “mantenere la posizione eretta durante il pasto, cercare di abbassare il mento verso lo sterno al momento della deglutizione per favorire il corretto transito del cibo masticato o evitare pasti dalle doppie consistenze, con liquido e solido contemporaneamente”.
E comunque, appena ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va, rivolgiamoci a uno specialista, che saprà sicuramente darci i consigli più adatti per riuscire a mangiare e deglutire in modo corretto.

Disclaimer  
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il  parere medico.

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