Un mostro a Parigi

Ah, l’intramontabile Parigi, scenario di tanti indimenticabili film! Questa volta si tratta di un film d’animazione, Un mostro a Parigi, con una storia piena di grazia: quella di una pulce che vuole diventare una star del vaudeville.

La storia è originale. Una sera Raoul, accompagnato da Emile, fa una consegna al laboratorio di un eccentrico scienziato all’interno di un enorme giardino botanico custodito, in assenza del professore, dal suo assistente: una scimmia di nome Charles. Curiosando tra sieri e provette, Raoul crea accidentalmente un miscuglio tra un fertilizzante e una miscela che agisce sulle corde vocali, dando così vita inconsapevolmente a una mostruosa creatura dalla voce soave che altri non è che una piccola pulce ingigantita dalla reazione chimica.
La pulce gigante, impaurita, gira per la città seminando il panico. In pochi giorni è su tutti i giornali ed p braccata dalle forze dell’ordine, guidate dal perfido prefetto Maynott. Riesce però a rifugiarsi dietro le quinte del Club “L’Oiseau Rare”, dove abitualmente si esibisce la bellissima Lucille.
Quando la vede per caso la prima volta, la cantante fugge in preda al panico, ma quando il mostro affranto inizia a intonare una melodia rivelando la sua voce meravigliosa Lucille vince la paura e lo accoglie nel suo camerino per aiutarlo; lo traveste per dargli sembianze umane e lo porta con sé sul palcoscenico dandogli il nome della strada in cui l’ha trovato: Francoeur (che significa “cuore onesto”).
Inizia così un’emozionante avventura in cui Raoul, Emile e Lucille  tentano in ogni modo di salvare il loro nuovo amico Francoeur dalle grinfie del malefico prefetto Maynott.

Il film, con la regia di Bibo Bergeron, un francese “emigrato” a Holliwood, riesce a mescolare momenti di divertimento e quel pizzico di paura e tensione che spesso anima i film per i bambini. Il risultato è un film godibile per tutti, che non vi dispiacerà vedere con i vostri nipotini.

M.S.

 

 

 

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