Risponde lo psicologo – Voglio andare dalla nonna…
Per quanto a noi nonni possa far piacere, non è bene che un bambino quando fa i capricci voglia “andare dalla nonna” sapendo che lì le ha tutte vinte. Bisogna trovare un equilibrio con i genitori, altrimenti il rischio è una spaccatura educativa che non fa bene a nessuno.
Sentiamo il parere della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Il mio bimbo di 3 anni negli ultimi mesi fa capricci quando deve andare via da casa dei nonni, addirittura ignorandomi quando gli dico che vado via da sola e continuando a ripetermi che vuole stare con la nonna.
La situazione inizia a darmi molto fastidio non solo perché diventa una lotta portarlo via ma anche perché in loro presenza si scatena e diventa più aggressivo e nervoso nei miei confronti, cosa che quando siamo da soli non fa. Purtroppo i nonni lo viziano e non hanno intenzione di cambiare un po’ atteggiamento.
Premetto che non lavoro a tempo pieno e che quindi mio figlio passa anche molto tempo con me, ma appena vede che a casa non gli presto tutta l’attenzioni la prima cosa che mi dice è: “andiamo da nonna?”
Come posso fare? Sono molto dispiaciuta a sentirmi messa in secondo piano da mio figlio e inizio a non reggere più questa situazione soprattutto quando lo devo andare a prendere da loro…
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
I bambini piccoli vivono governati dal principio del piacere, che li spinge a volere tutto e subito, ad accontentare ogni loro voglia e ad essere sempre al centro dell’attenzione degli adulti di riferimento.
Crescere significa sostituire gradualmente il principio del piacere con quello di realtà, che ci insegna che non si può avere tutto ciò che si vuole, che bisogna imparare ad aspettare e a sentirsi tenuti in una relazione, anche se l’altro non è costantemente con noi.
I nonni, in quanto tali, viziano, coccolano, rappresentano un’“oasi” in cui molte regole e molti “no” vengono derogati.
Quando i nonni viziano…
È bello per un bambino sapere che c’è un luogo in cui è il “re” e ci sono adulti che lo coccolano e lo viziano, a patto che questo avvenga saltuariamente, cioè che il ruolo dei nonni resti “limitato” a qualche visita settimanale.
Diverso è il discorso nel caso in cui i nonni debbano essere una presenza quotidiana, a causa degli impegni lavorativi dei genitori. In questo caso sarebbe opportuno che rispettassero alcune delle regole e indicazioni date dai genitori, anche per non creare confusione nel bambino rispetto a ciò che si può o non si può fare.
Quando il bambino mette alla prova l’autorevolezza…
Nel suo caso specifico, ho la sensazione che il suo bimbo metta alla prova la sua autorevolezza e giochi sui suoi sensi di colpa rispetto al fatto che, da mamma, ci sono varie incombenze da sbrigare e il tempo coi bimbi non è esclusivamente tutto per loro.
Sarebbe interessante sapere se questi nonni sono i suoi genitori o i suoi suoceri. Ad ogni modo credo che il vostro rapporto (tra adulti) giochi un ruolo fondamentale. C’è tensione, conflitto, paura della disapprovazione?
In presenza di entrambi il suo bimbo aumenta la sfida perché ha bisogno di capire “chi comanda”, chi ha il potere decisionale, se la mamma porta avanti le sue regole anche di fronte ai nonni.
Non cedere ai sensi di colpa
Non abbia paura a essere ferma e decisa nel dire al suo bambino che c’è un momento per il piacere e un momento in cui si devono fare altre cose. “Lo so che ti fa arrabbiare dover venire via da casa dei nonni, ma la tua mamma ti vuole con sé, ha voglia di tornare a casa col suo bambino”.
Non si faccia prendere dai sensi di colpa se suo figlio, di fronte al suo essere indaffarata, dice di voler andare dalla nonna. Credo che sia una provocazione dettata dal principio del piacere che citavamo prima. Aiutarlo a crescere significa anche allenarlo alle attese, a momenti in cui non è il centro dell’attenzione e quindi deve organizzarsi in autonomia, a sostenere piccole fatiche, che attrezzano alla vita.
Far sentire il desiderio di stare con il bambino
“Dai nonni ci andiamo un altro giorno, oggi la mamma è a casa e vuole stare con te. Ora sbrigo questa cosa, poi giochiamo un po’ insieme”.
Trovi i suoi modi e le sue parole, attraverso le quali deve trasmettere il desiderio di stare con il suo bimbo, e l’importanza di allenarsi a vivere una quotidianità che non è sempre il “paese dei balocchi”, ma dà molte più opportunità di crescita.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.