Risponde lo psicologo – Fare “scorta” di mamma
Un bambino che, dopo essere stato svezzato, sembra voler tornare piccolo e cerca ancora il seno della mamma. Come reagire? I consigli della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Il mio bambino, di 18 mesi, da quattro mesi non prende più il seno. Frequenta il nido al mattino e il resto del tempo lo passa con me e con suo babbo al suo rientro a casa. Purtroppo da circa 20 giorni cerca in continuazione il contatto fisico, in particolare cerca sempre di toccare il collo per arrivare poi al seno in maniera quasi assillante, anche mentre è a giocare. È un atteggiamento che ha sopratutto con me, ma anche quando è in braccio a mio marito o a qualcuno vicino alla famiglia (nonni, zii e cuginetta). Io appena mette la mano nelle magliette gli spiegò che non va fatto e che dobbiamo giocare, ma subito dopo aver tolto la mano e lì che cerca di nuovo il contatto. Come devo comportarmi?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile signora, probabilmente il suo bimbo è in una fase fisiologica di regressione, che si presenta ogni volta che ci sono degli scatti di crescita, o si è chiamati a fare delle fatiche (ad esempio l’inserimento al nido) che ci spingono a cercare rassicurazioni.
È giusto accogliere questa esigenza di contatto, ma il contatto può assumere forme diverse a seconda delle età. A 18 mesi siamo grandi per stare attaccati al seno, ma il bisogno di contatto può essere soddisfatto dall’essere preso in braccio, coccolato, accarezzato…
Lo “spiegare” non deve avere tanto un’accezione razionale, ma è un modo per far capire al bambino ciò che sta provando, empatizzare con le sue emozioni. “Hai ragione, si avrebbe voglia di tornare al seno, ma ora sei grande e questo non si può più fare; però la mamma può farti le coccole, accarezzarti, ecc…”.
Accogliere il bisogno di contatto
Accogliere il bisogno di contatto significa trovare un modo diverso per godere delle sensazioni che nascono dal contatto con l’altro.
Non serve a molto “distrarlo” con dei giochi, in quel momento ha bisogno di fare scorta dell’odore, calore e contenimento che un contatto stimola, ma ci si può nutrire di tutto ciò anche tenendosi stretti sul divano.
Il bimbo esprime il bisogno di rassicurarsi che la mamma c’è ancora, e la mamma deve rendersi disponibile a un diverso tipo di contatto. Man mano che si fa scorta dell’appagamento di cui si ha bisogno, la richiesta si fa meno frequente, anche se le coccole o le abbracciatone restano, quanto più il bambino è piccolo, momenti di profondo ed intenso scambio emozionale.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.