Risponde lo psicologo – Tutto giù per terra!
Come mai i bambini molto piccoli continuano a gettare per terra qualsiasi oggetto si trovino in mano, mettendo a dura prova la pazienza di chi si occupa di loro? No, non è una sfida, ma un modo per conoscere e sperimentare. ce lo spiega la nostra consulente, la psicologa Manuela Arenella, che collabora anche con il sito www.bimbiarimini.it
DOMANDA
Sono nonna Concetta. Ho uno splendido nipotino di 15 mesi, sempre allegro e dolcissimo. Da un po’ di tempo ha preso l’abitudine di scaraventare per terra i giocattoli, e non solo i giocattoli. Frequenta il nido al mattino e il pomeriggio sta con noi nonni. Sgridarlo con fermezza sia noi che i genitori non ha dato risultati. Cosa fare allora?
RISPONDE LA DOTTORESSA ARENELLA
Cara nonna Concetta, tra uno e due anni tutti i bambini attraversano una fase in cui, appena hanno un oggetto in mano, si divertono a farlo cadere – dall’alto del seggiolone, lanciandolo fuori dal box… – osservandone la traiettoria e ripetendo lo stesso gesto più e più volte.
Questo gettare ripetutamente gli oggetti per terra a volte esaspera i genitori o gli adulti che stanno con il bambino, che spesso interpretano questo gesto come una “sfida”, come un modo per mettere alla prova la loro pazienza.
In realtà il bambino è completamente concentrato su quello che vive come un “esperimento”, che ripete buttando l’oggetto per terra più e più volte, per confermarsi di ottenere lo stesso risultato.
Oltre a “studiare”, osservare gli effetti della forza di gravità, gettando lontano un oggetto il bambino apprende anche il principio di causa ed effetto: si accorge di poter agire intenzionalmente su un oggetto della realtà, di poter, in qualche modo, modificare il mondo. E spesso, proprio per questo, nell’osservare l’atterraggio degli oggetti che lancia, reagisce con trionfo, a volte battendo le mani!
Ciò che si può fare per “limitare i danni” è evitare di lasciare vicino al bambino oggetti che potrebbero rompersi e mettere delle reti di protezione attorno alla ringhiera del balcone, qualora questa voglia di sperimentare varcasse i confini della casa.
Certo si può dire al bambino che non si fa, ma questa fase, come quella in cui si tende a mettere tutto in bocca, passerà spontaneamente, quando il bambino non si limiterà più alle sperimentazioni fisiche sugli oggetti, ma li userà per inventare storie, mettere in scena in un gioco di immaginazione, fantasie, sentimenti e desideri.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole, e collabora, oltre che con www.noinonni.it, anche con il sito www.bimbiarimini.it.