Risponde lo psicologo – Regole a casa e fuori casa
Questa settimana la dottoressa Manuela Arenella, psicologa e psicoterapeura, affronta un tema molto interessante per i nonni e per tutti coloro che si occupano di educazione: le regole da dare ai bambini e come farle rispettare, sia a casa sia fuori casa.
DOMANDA
I miei bambini, di 6 e 5 anni, quando incontrano i loro amichetti (ad esempio a casa degli altri) diventano “incontrollabili”: quando dico loro di non fare qualcosa (darsi i calci, litigare per i giocattoli…) non mi danno retta e rispondono male. Dopo, quando siamo da soli, chiedono scusa, ma la volta dopo tutto si ripete. Come posso fare per dar loro delle regole che ascoltino anche quando siamo con altri bambini?
RISPONDE DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Questa domanda ci pone il problema di come far rispettare le regole fuori casa, o comunque di fronte ad altri.
I contesti sociali (strada, supermercato…) sono i luoghi preferiti dai bambini per mettere in scena capricci fatti spesso di urla, agitazione motoria, parolacce. La ragione sta nel fatto che in queste situazioni gli adulti sono più tesi, perché temono di fare brutte figure, e quindi di andare incontro alla disapprovazione di chi assiste alla scena e può in qualche modo giudicarli dei cattivi educatori. Il risultato è che, nel ribadire la regola, siamo meno convincenti e autorevoli, anzi i bambini ci percepiscono come pronti a concedere cose che in altre situazioni non avremmo concesso.
Quello che dovremmo fare è chiederci: conta più il parere di un estraneo e la possibilità di fare delle figuracce, o trasmettere autorevolezza al bambino, ribadendogli che le regole che ci siamo dati valgono sia a casa che fuori?
Se la paura della disapprovazione è più forte della necessità di trasmettere una coerenza educativa, gradualmente le regole rischieranno di perdere importanza anche a casa.
Quindi non facciamoci scrupoli se dobbiamo intervenire in pubblico ma, di fronte a comportamenti non consoni, avvisiamo i bambini che questa cosa non si fa e che, se continuano, saremo costretti a portarli a casa, visto che non riescono a non fare cose che non dovrebbero. Si tratta del meccanismo delle punizioni: dopo i 4 anni, quando i bambini sono in grado di cogliere i nessi causa-effetto, possiamo, una volta stabilite delle regole condivise, stabilire anche delle punizioni, intese come conseguenze del fatto di averle infrante.
La cosa assolutamente fondamentale, però, è tenere fede a quello che abbiamo detto, a costo di dover tornare a casa nel bel mezzo di una festa, o di dover saltare il giro di giostra promesso per la sera.
Promettere punizioni e non mantenerle ha l’effetto dell’ “Al lupo! Al lupo!” di Pierino, ed è il modo migliore per perdere credibilità (e quindi anche autorevolezza) agli occhi dei figli.
Una buona tattica è questa: quando si va in giro o ci si trova con altre persone, stabiliamo prima, insieme ai bambini, cosa è permesso fare e cosa no, e anche quali sono le conseguenze se si trasgredisce alle regole date. Se questo accade, però, dobbiamo fare quello che abbiamo stabilito, senza rabbia, ma con un atteggiamento fermo che fa riferimento ai patti stabiliti in precedenta, senza farsi influenzare da preghiere, promesse o scuse!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.