Le domande “terribili” dei bambini: ma Babbo Natale esiste?
Come rispondere a un bambino che comincia a fare delle domande sull’esistenza di Babbo Natale (e degli altri personaggi “magici” di queste feste, e in genere dell’infanzia)?
È la domanda di una nonna, stretta tra il nipotino che chiede e i genitori che vorrebbero prolungare ancora un po’ la magia. La risposta della psicologa Monica Accordini (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC).
LA DOMANDA
Gentile Dottoressa,
sono la nonna di un bambino di 8 anni che frequenta la terza elementare (cioè primaria… sono rimasta legata al nome dei miei tempi!).
Le scrivo perché il mio nipotino comincia ad avere dei dubbi sull’esistenza di Babbo Natale e le sue domande si fanno sempre più insistenti. Mia figlia però continua a negare che sia un personaggio di fantasia, perché vuole mantenerlo nell’illusione ancora quest’anno (così dice). Però quando Dario si rivolge a me io non so cosa rispondere, come comportarmi. Da un lato mi rendo conto che dovrei assecondare la mamma e che non è compito mio svelargli la verità, dall’altro però mi sento in imbarazzo a dirgli una bugia. Così cerco di sviare il discorso, ma temo di fare peggio.
Lei che cose ne pensa? Come mi consiglia di comportarmi?
Grazie per la risposta!
Cordiali saluti e tanti cari auguri di buone feste
RISPONDE LA PSICOLOGA MONICA ACCORDINI
Ma come fa Babbo Natale a portare tutti i doni in una sola notte? Ma dove parcheggia la slitta? Ma come fanno a starci tutti i regali per tutti i bambini del mondo?
Da genitori, da nonni, da educatori sappiamo che prima o poi arriva questo momento e, in cuor nostro, lo temiamo anche un po’: abbiamo paura di privare i bambini della magia del Natale, abbiamo paura che lo svanire di renne, campanelli e biscotti mezzo mangiati sotto l’albero si porti via anche l’innocenza, la spensieratezza, la capacità di sorprendersi che solo i bambini sanno avere.
Vi svelo un segreto: quando un bambino arriva a porre una certa domanda, in cuor suo è pronto ad accettare le conseguenze della risposta, anche se possono non piacergli. In questo senso, se una regola esiste, è quella di farci guidare dai nostri bambini, perché loro sanno la strada. Innanzitutto, guardiamo al tipo e all’entità della domanda: è la prima volta che il bambino si interroga su questa questione? Che tipo di domande fa? Mi sembra evidente che se, come in questo caso, i quesiti del bambino si fanno sempre più insistenti, le vostre risposte non lo hanno soddisfatto, in altre parole NON SI FIDA.
Attorno ai 7/8 anni lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino diventa sempre più raffinato, è infatti proprio a quest’età che i bambini imparano la legge della “conservazione della sostanza”: l’acqua versata in un bicchiere alto e stretto e poi travasata in uno largo e basso rimane sempre la stessa acqua. Allo stesso modo, Babbo Natale rimane sempre Babbo Natale anche se non arriva a bordo di una slitta volante e se non ha le sembianze di un vecchio panciuto e vestito di rosso: la forma cambia, la sostanza rimane.
In generale (e non solo sul tema Babbo Natale ma su tutti i temi importanti) è bene dire la verità ai bambini. Cosa significa dire la verità? Significa essere onesti ma lasciando a loro la possibilità di dettare il passo: non decidiamo noi quando un bambino è pronto a sapere la verità circa l’esistenza di Babbo Natale, è lui a farcelo capire. Scegliere di andare in una direzione diversa significa anteporre il nostro desiderio di magia al diritto (sì, è uno tra i diritti fondamentali riconosciuti dalla Convezione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia) del bambino alla verità, oltre che mettere a repentaglio il rapporto di fiducia che lega questo bambino agli adulti di riferimento (non sarebbe tragico se scoprisse la verità dai compagni di scuola o da un cuginetto più grande?).
Dire la verità non significa rompere la magia, significa semplicemente cambiare la formula dell’incantesimo: il Natale ha a che fare con la gratuità, con la sorpresa, con l’attesa colma di meraviglia, con la cura con cui si sceglie e si impacchetta un dono. Lo spirito del Natale passa anche attraverso piccole iniziative di solidarietà (quest’anno, per esempio, è stato creato il progetto scatole di Natale – se non sapete di cosa si tratta cercate su internet – a favore delle persone più bisognose) nelle quali si possono coinvolgere i bambini e che, a mio parere, sono la prova provata che Babbo Natale esiste ma non sempre ha la barba.
In concreto, signora Lucia, è importante che voi adulti davanti al bambino manteniate una linea comune ma è anche fondamentale che parliate del senso delle vostre decisioni e che, nel farlo, mettiate al centro il bisogno di Dario, non la vostra fatica, non il vostro imbarazzo.
Da parte mia un caro augurio a tutti voi e al piccolo, grande Dario.
Monica Accordini
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
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