Nonni in pratica: alcune semplici regole
“I figli vanno sostenuti, ma è importante evitare di scavalcarli nel loro compito educativo”. A parlare è Roberta Mariotti, psicologa, psicoterapeuta e coach, in questo testo ricco di spunti e di sollecitazioni, in cui ci suggerisce alcune “regole” che possono facilitare il nostro compito e aiutarci a capire qual è il ruolo di noi nonni che ci troviamo, a dispetto dell’anagrafe, un po’ “a metà strada” tra genitori e figli.
I nonni dovrebbero sempre essere consapevoli del loro ruolo, che è molto importante negli equilibri familiari, ma che ha confini ben precisi e che vanno sempre tenuti presenti. Può succedere infatti che, per un eccesso di preoccupazione o di zelo, i nonni palesino atteggiamenti genitoriali nei confronti dei nipoti, vogliano imporre la loro linea educativa o, per paura, assillino nipoti o figli, facendoli sentire incapaci.
Questo è un errore da evitare: anche se non è facile tenere sempre presente il proprio ruolo, è importante mantenere un dialogo aperto con i figli e trovare un modo opportuno per “lavorare” insieme, senza sovrapporsi a loro o, peggio, contraddirli nella loro azione educativa.
Ecco quindi alcune linee guida che possono essere d’aiuto ai nonni, perché riescano a dare il loro sostegno educativo senza sostituirsi ai figli.
L’importanza dell’osservazione
È bene che i nonni si sforzino di OSSERVARE i comportamenti di nipoti o figli nelle diverse situazioni quotidiane – anche quelli che non li trovano d’accordo – con sufficiente distacco, senza lasciare che il coinvolgimento emotivo prenda il sopravvento e porti a conclusioni affrettate o fuorvianti.
Come farlo? Bisogna evitare di cadere nella trappola dei propri pregiudizi o preconcetti allenando la propria capacità di analizzare una situazione problematica per trovare delle soluzioni. Perciò occorre adottare un metodo rigoroso, che aiuti anche a ottenere un certo distacco emotivo.
È importante descrivere la situazione che si sta osservando, senza darne un giudizio, ma descrivendo CHE COSA fa il nipote (capricci, bisticci, insulti, urla, provocazioni, rifiuti, etc.), DOVE e IN QUALI SITUAZIONI (al supermercato, a scuola, al parco, in casa, etc.), CON CHI (con la mamma, la nonna, la maestra, la sorella, l’amico, il nonno, etc.), CHI INTERVIENE o NON INTERVIENE, QUALI RISULTATI SI OSSERVANO (ad esempio quando la nonna riprende il bambino cosa accade), quando, dove e con chi si sono osservati comportamenti positivi.
Questa descrizione aiuta i nonni, ma anche i genitori, ad avere qualche idea utile per provare a influire positivamente sul comportamento problematico, anzichè ripetere gli stessi copioni che, seppur agiti con buone intenzioni, non consentono di ottenere il risultato desiderato.
Un dialogo costruttivo
Partendo da questa osservazione, diventa più semplice per i nonni comunicare ai figli gli episodi critici dei nipoti, senza dare commenti personali o giudizi (come ad esempio: “devi essere più severo con tuo figlio, devi seguirlo di più” etc.). Raccontare ciò che fa il bambino, sia nelle accezioni positive che in quelle negative, senza squalificare nessuno, aiuta gli adulti a operare in sinergia, trovando solizioni comuni e praticabili. Qualunque sia il problema da affrontare è più facile risolverlo insieme e con l’opportuna serenità emotiva, piuttosto che in conflitto.
Non dimentichiamo che i nipoti leggono il comportamento dei nonni, che quindi grazie alla propria calma e serenità, anche in situazioni difficili, possono trasmettere quella sicurezza di cui i bambini hanno bisogno.
Dosare le energie
Naturalmente è importante che i nonni, per essere un utile supporto, evitino di stancarsi inutilmente, di sacrificarsi troppo o di trascurare se stessi e si sentano liberi nel dare il loro supporto, non pressati o obbligati dalle richieste di figli e nipoti. I nonni possono occuparsi dei nipoti, ma cercando di mantenere un proprio spazio di autonomia, necessario al loro benessere e alla loro crescita serena.
Infine, non dimentichiamo che per dare un valido contributo i nonni dovrebbero tenersi alla larga dall’idea di dover essere perfetti in tutto. È più realistico e utile riuscire a sentirsi capaci di sostenere figli e nipoti, cercando eventualmente di correggere eventuali errori cammin facendo, con sguardo aperto.
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Impariamo a dare delle regole ai bambini!
Roberta Mariotti nasce a Modena e vive a Rimini. Si laurea in psicologia a Padova, si perfeziona in antropologia culturale e sociale e si specializza in psicoterapia breve e coaching strategico.
Da oltre 30 anni, svolge attività di consulenza, coaching, ricerca e formazione in ambito aziendale, sanitario, sportivo e scolastico. Come psicoterapeuta e coach facilita la risoluzione di problemi psicologici, emotivi e comportamentali di diversa natura e favorisce la crescita personale di professionisti, insegnanti, allenatori, sportivi, genitori e adolescenti.
Con Laura Pettenò ha pubblicato Genitori in pratica e Famiglie allargate, editi da Erickson.