Il sostegno a distanza: un aiuto prezioso
Ancora oggi, ci sono Paesi del mondo in cui nascere donna non è una fortuna. Paesi in cui le bambine sono considerate dalle famiglie un “peso” da scaricare il prima possibile. Come? Con un matrimonio precoce.
In questi Paesi le ragazze vengono strappate alla scuola e ai giochi e, ancora bambine, fatte sposare a uomini spesso molto più grandi di loro.
Una pratica diffusa lì dove la povertà stringe le famiglie in una morsa e l’unica soluzione possibile per riuscire a sfamare tutti i figli sembra proprio essere quella di dare in sposa le bambine appena entrano nella pubertà.
La pratica del matrimonio precoce
Qualche numero? In Nepal, il 37% delle bambine si sposa prima dei 18 anni e il 10% prima dei 15; in India, uno dei Paesi con il maggior numero di ragazze sposate prima di aver compiuto i 18 anni, il tasso di matrimoni precoci è del 43%; in Kenya il 40% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni è già mamma; in Benin l’8,8% delle bambine si sposa prima dei 15 anni e il 31,7% delle ragazze prima dei 18.
Tutti Paesi, questi, dove opera WeWorld Onlus ,
un’organizzazione italiana indipendente nata con l’obiettivo di accrescere l’impatto dei progetti di Cooperazione allo Sviluppo e Aiuto Umanitario nei 29 Paesi d’intervento, compresa l’Italia.
WeWorld Onlus lavora in 128 progetti raggiungendo oltre 2,4 milioni di beneficiari diretti e 12,3 milioni di beneficiari indiretti.
Il matrimonio precoce intrappola le bambine in un ciclo di violenza e di povertà, lasciandole in balia del volere dei mariti, senza strumenti per poter progettare la propria vita in modo autonomo.
Provate a mettervi nei loro panni: strappate alle famiglie, nell’impossibilità di andare a scuola e di avere quell’infanzia che ogni bambina dovrebbe avere, si trovano “vendute” a uno sconosciuto, con il carico di tutte le incombenze che la gestione di una casa comporta e presto, senza esservi preparate, anche quello delle gravidanze e dell’accudimento dei bambini.
Chi vorrebbe questo per le proprie figlie? Eppure è questo il destino di tantissime ragazzine. Basti pensare che ogni due secondi una bambina si sposa; che tre spose su cinque non sono mai andate a scuola; che ogni ora cinque adolescenti muoiono per complicazioni durante la gravidanza e il parto. E potremmo continuare…
Eppure una soluzione c’è: la scuola. Scuola vuol dire non solo accedere alla cultura e, quindi, acquisire una maggiore consapevolezza di sé e del mondo, ma anche impadronirsi di strumenti grazie ai quali aspirare a un lavoro dignitoso. Scuola vuole dire luogo sicuro e protetto, dove le bambine che hanno subito violenza vengono aiutate sia dal punto di vista legale che psicologico. Scuola vuol dire intercettare e impedire possibili matrimoni precoci.
Che cosa possiamo fare?
Possiamo sostenere una bambina a distanza con WeWorld Onlus garantendole pasti sani, cure mediche e la possibilità di andare a scuola.
Con il sostegno a distanza è possibile aiutare una bambina senza allontanarla dalla sua realtà ma permettendole di frequentare la scuola e quindi di costruirsi un futuro migliore.
Il sostegno a distanza è un gesto prezioso per chi lo compie e un aiuto prezioso per una bambina. Si crea un legame speciale che, nonostante la distanza, permette di conoscere da vicino realtà complesse e molto lontane dalla nostra, sapendo che abbiamo fatto qualcosa per migliorarle.