Nonni e nipoti – Quando a scuola c’è qualche difficoltà…

È tempo di pagelle. Una festa per molti bambini, che vedono il risultato del loro impegno, e per i loro genitori. Capita però che per alcuni di loro gli insegnanti evidenzino qualche lacuna o qualche difficoltà. Certo, non sarà un fulmine a ciel sereno: ci saranno stati già delle segnalazioni, dei colloqui.
Ma comunque la delusione si avverte. Delusione del bambino, che sente di non essere stato all’altezza delle aspettative, e delusione dei genitori, che stentano a prendere atto di queste difficoltà.

Difficoltà che poi magari sono solo piccoli scogli facili da superare con un aiuto, una spiegazione supplementare; in alcuni casi invece sono difficoltà più generali, di apprendimento, di quelle che destano le maggiori preoccupazioni dei genitori, ma anche dei nonni. Difficoltà che richiedono attenzione e per le quali ci troviamo spesso in prima linea proprio noi nonni, se “gestiamo” i bambini quando escono da scuola e li seguiamo anche nel loro percorso scolastico, per esempio controllando che facciano i compiti.

E allora, che cosa possono fare i nonni per aiutare questi bambini? Prima di tutto, devono mantenere la calma. Difficile certo, ma essenziale, soprattutto se, come succede, i genitori, di fronte alle difficoltà del figlio (o della figlia), si fanno prendere dall’ansia e si chiedono se suoi i problemi dipendono da loro, se hanno sbagliato in qualcosa…
Spetta allora ai nonni portare un sorriso, aiutare con discrezione, far sentire a tutti – figli e nipoti – che loro ci sono, che i problemi si possono superare, e che soprattutto per il bambino nulla cambia, in termini di affetto, di stima e di attenzione, anche se a scuola ha qualche difficoltà.

E poi, i nonni possono anche aiutare più concretamente, regalando al nipote il loro tempo. Non per aiutarlo a fare i compiti (questo no: bisogna sempre educare all’autonomia, alla trasparenza; e poi, per gli insegnanti la verifica dei compiti a casa è anche un modo per capire dove e in che modo devono eventualmente intervenire!), ma per leggere insieme a lui, spiegandogli le cose che non gli sono chiare.
Per i bambini dislessici, per esempio, ascoltare leggere ad alta voce è prezioso: superando la loro difficoltà di lettura, li aiuta a fissare i concetti, a imparare più in fretta, ma soprattutto a sviluppare un amore per i libri che va al di là degli obblighi scolastici, per loro sempre un po’ frustranti. In questo senso gli audiolibri possono essere uno strumento prezioso, che li introduce nell’affascinante mondo della lettura senza la fatica di decifrare il testo scritto.

Anche giocare con i bambini è importante. Giochi come scacchi, monopoli, memory, i giochi di carte sono utilissimi perché sviluppano la capacità di concentrazione e la memoria.
Ma soprattutto dobbiamo parlare con loro, farci raccontare le loro esperienze, valorizzare le loro capacità e le loro passioni, in qualsiasi campo si manifestino: nello sport, nel dipingere, nel suonare uno strumento…
Così, dimostrando che crediamo in loro, li aiutiamo a credere in se stessi, nonostante le difficoltà in ambito scolastico, e li facciamo sentire sicuri e amati.

 

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