Le sfide e i pericoli del mondo che sarà dei nipoti

La morsa del caldo di quest’estate, che ci ha messo davanti senza ormai ombra di dubbio ai drammatici cambiamenti climatici che stiamo vivendo. La guerra in Ucraina, con il suo terribile prezzo di sangue; un conflitto che costringe noi nonni – noi, nati dopo il secondo conflitto mondiale – a prendere atto dolorosamente che le guerre non sono finite, che la logica (o la non-logica) che le anima non solo è ancora ben viva, ma che ancora una volta insanguina la nostra Europa, divampa ai nostri confini, pretende il suo contributo di sangue, e oggi con una minaccia in più: l’atomica. E, spingendolo sguardo più in là, il conflitto latente ma che ribolle sotto la superficie tra l’America e la Cina, i due colossi, e che inevitabilmente, qualora effettivamente scoppiasse, ridefinirebbe tutta quella vasta parte di mondo che di affaccia sull’Indo-Pacifico… oppure distruggerebbe l’intera Terra. E poi, per restare qui, al nostro piccolo Mediterraneo, il “Mare nostrum” dei nostri studi scolastici, gli esodi biblici, di persone disperate alla ricerca di una speranza o di una vita, comunque essa sia…

Sì, direte voi, ma in questo sito si parla di nonni… Ebbene, non vi sentite anche voi drammaticamente vulnerabili, se appena permettete alla vostra mente di vagare su questi scenari? Non sentite anche voi, quasi fisicamente, la tremenda responsabilità per il mondo che stiamo consegnando ai nostri nipoti? Sì, perché se fino a ieri, quando ancora non eravamo nonni, le “nuove generazioni” erano quasi un’astrazione, anche se ci dolevamo per loro in modo sincero e accorato, ora quest’espressione ha acquistato una nuova concretezza ed è entrata nella nostra carne. È lui (o lei), il nostro nipotino che ci abbraccia, che ci guarda con occhi pieni di fiducia, che è pieno di sogni, che ha il coraggio di guardare in alto, di immaginare un futuro che noi non conosceremo, ma che in alcuni momenti ci fa paura.
Eppure, è proprio per loro, per i bambini, e per i loro genitori, che dobbiamo aprirci alla speranza, costringerci a guardare al domani con i loro occhi limpidi, senza i pregiudizi e le ombre di chi, come noi, ha già molto vissuto. Perché mai come in questi tempi incerti per avere un bambino, per accoglierlo in un “nido” su cui incombono ombre minacciose per quanto colmo d’amore sia,  è necessario avere lo sguardo rivolto in alto, tenersi aggrappati alla speranza, buttare il cuore oltre la siepe… E noi nonni possiamo solo sostenere, accogliere, donare amore e aiutare a costruire un nido ricco di piume in cui i nostri piccoli possano crescere al nostro calore e fortificarsi per vincere le battaglie che lasciamo loro ahimè in eredità. E, insomma, per costruire un domani migliore.

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