Aiutare i bambini nei compiti: sì o no?
Ormai siamo nel pieno dell’anno scolastico, e può succedere che i nostri nipotini abbiano qualche piccolo intoppo a scuola e chiedano il nostro aiuto nel fare i compiti. Ma è giusto aiutarli? E in che modo farlo?
Prima di tutto, bisognerebbe avere ben chiara una cosa: più che aiutare i nostri nipotini a fare i compiti, cosa in cui sono perfettamente in grado di cavarsela da soli, dobbiamo cercare di inculcare loro delle buone abitudini di studio, insomma, un “metodo” che diventerà per loro una “forma mentis” utile anche nel lavoro.
Proprio per questo, secondo noi i compiti a casa sono utili per i bambini, perché sviluppano la loro capacità di organizzarsi e li rendono più autonomi, danno loro il senso del dovere e li aiutano a reagire alle difficoltà e ad applicarsi per raggiungere un obiettivo (naturalmente a patto che sia alla loro portata).
Detto questo, è importante anche instaurare delle buone abitudini, una sorta di routine nelle loro giornate in cui lo studio e i compiti abbiano un posto preciso. Perciò è bene stabilire quale momento della giornata sarà dedicato a fare i compiti e cercare di mantenere il programma, senza lasciarli come ultima ruota del carro nei momenti liberi.
Anche il luogo in cui fare i compiti è importante, perché deve favorire la concentrazione del bambino. Quindi sarebbe meglio scegliere una stanza poco rumorosa, senza televisione accesa o videogiochi a portata di mano e senza giochi in giro.
Ma poi, è bene intervenire? Prima regola: interveniamo solo quando il nostro nipotino ci chiede un aiuto perché non ha capito qualcosa. E armiamoci di pazienza: talvolta succede che il bambino ci chiede qualcosa, e poi ci sembra che non ascolti le nostre spiegazioni, come se ci avesse “appaltato” il suo problema. In questi casi, è inutile urlare o arrabbiarsi; meglio chiederci se stiamo sbagliando noi linguaggio, e se possibile cercare di risvegliare la sua attenzione con esempi concreti e vicini alla sua esperienza.
Se invece ci accorgiamo che ha fatto un errore, resistiamo alla tentazione di correggerlo. Cerchiamo invece di renderci conto se l’errore nasce da una distrazione o da qualcosa che il bambino non ha capito. In quest’ultimo caso cerchiamo di intervenire con delle spiegazioni; in caso contrario, mandiamolo a scuola con l’errore: imparerà da solo…
Ed è bene controllare? Certo, per i bambini dei primi anni della scuola primaria è necessario verificare se hanno fatto tutti i compiti e se hanno in cartella tutto l’occorrente per la giornata a scuola. Poi però diamo loro pian piano una maggiore autonomia: solo così li aiuteremo a crescere!
Qual è quindi il compito di noi nonni (o anche dei genitori)? In estrema sintesi, sono due: dobbiamo esserci, cioè dare sicurezza ai bambini, che devono sapere di poter contare su di noi; dobbiamo incoraggiarli e rassicurarli facendoli sempre sentire in grado di superare le difficoltà. Insomma, è più importante sostenere la loro autostima, invece di intervenire operativamente sulle singole difficoltà. Così a poco a poco i bambini cominceranno a sentire che i compiti non si fanno per far contenti maestre, genitori e nonni, ma per se stessi, perché fanno parte di un processo di crescita che li porterà all’autonomia. E noi sappiamo quanta fretta hanno di “diventare grandi”!
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