Filastrocca di un bicchiere di plastica

Pubblichiamo volentieri questa poesia che ci invia un autore, Mimmo Mòllica. Una poesia da leggere ai nostri nipotini per farli riflettere sull’importanza di evitare l’uso della plastica e, più in generale, per educarli a rispettare l’ambiente.

Filastrocca di un bicchiere di plastica

Di plastica un bicchiere,
fatto apposta per bere,
fu lasciato cascare
sulla riva del mare
e non sapendo nuotare
cominciò ad affondare,
senza poter protestare.

 

Si posò sul fondale,
tra una bolgia infernale
di migliaia di bicchieri,
tra rifiuti e batteri,
piatti e tante forchette,
ruote di biciclette,
spazzatura e conchiglie,
tappi, cicche e stoviglie.

 

Ed i pesci, piuttosto affamati,
mangian piatti e bicchieri già usati,
i cetacei assai più voraci
di ingoiarne di più son capaci.

E così la balena morì,
la testuggine molto soffrì,
e alla fine perdette la vita,
per la plastica da lei ingerita.

Perciò abbiamo compreso che «mare»
rima con «non bisogna buttare».
Cosicché per difendere il mare
combattiamo chi vuole «inquinare»,
sconfiggiamo così il «malaffare»
se il bel mare vogliamo «salvare».

Mimmo Mòllica ©

 

«Filastrocca di un bicchiere di plastica» fa parte di «Filastrocche Plastic Free» di Mimmo Mòllica, tre filastrocche per sviluppare una memoria di «ferro» e ricordarsi che i «bicchieri di carta» sono fatti di «plastica».
I rifiuti marini infatti costituiscono un grave problema in costante aumento. Se la plastica rappresenta una importante risorsa per la società moderna, il suo ‘smaltimento’ in mare è un’autentica iattura. La  presenza di rifiuti in plastica nell’ambiente marino è sterminata: più di 11 mila tonnellate l’anno vengono recuperate lungo le coste e sulle spiagge. Nelle reti a strascico dei pescatori viene trovato di tutto: copertoni di automobile, bottiglie, sacchetti di plastica, tessuti, stoviglie di plastica (piatti, bicchieri, posate, cannucce), tubi, boe, attrezzi da pesca, secchi in plastica e metallo ed altro ancora.

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