Mitica Barbie: ricordi di tanti anni fa!

Sono passati tanti anni, ma ricordo ancora benissimo quel pomeriggio. Avevo da poco ricevuto la mia prima Barbie. Un regalo  davvero molto desiderato, e arrivato quando ero già grandicella: mia madre era contraria a questa bambola dalle forme da donna, e me l’aveva fatta desiderare un bel po’, fino appunto a quel Natale, quando aveva ceduto e l’avevo trovata ai piedi del letto il giorno della Befana (a casa mia, era la Befana a portare i doni… niente Babbo Natale, allora!).

La Barbie ce l’avevano tutte le mie amiche, la desideravo tantissimo, e per me era stato toccare il cielo con un dito; ma sapevo che non le piaceva proprio…
E poi, a sorpresa, in un pomeriggio piovoso (piove anche a Napoli!) pochi giorni dopo la Befana, mi aveva proposto di “vestirla” insieme.
Mia madre era brava: aveva la macchina da cucire ed era capace di creare gonne e camicette che ricordo ancora. Un’abilità che purtroppo non ho ereditato.

Ebbene, quel pomeriggio era venuta a chiamarmi nella mia cameretta strappandomi ai libri (ero una lettrice vorace, forse allora più di ora!), aveva tirato fuori dei ritagli di stoffa (era l’epoca in cui non si buttava nulla!) e si era messa a tagliare e cucire quello che oggi viene pomposamente definito “l’outfit” per la mia Barbie.
Ricordo un tessuto a quadretti rossi trasformato in una gonna tagliata a sbieco e con una guarnizione in passamaneria all’orlo; ricordo una specie di mantella e una camicetta senza maniche… Ma soprattutto ricordo il senso di meraviglia e di complicità di quel pomeriggio, quando mamma stava lavorando per me e per la mia bambola, nonostante l’avesse osteggiata a lungo.
Ricordo che lei cercava di farsi aiutare e che io ce la mettevo tutta  anche se ero – e sono – molto maldestra; e poi, io mancina e mia madre destrorsa, era difficile coordinarci! Però la magia di quel pomeriggio nella grande cucina che avevamo allora (poi sacrificata, secondo la moda del tempo, per fare un cucinotto con stanza da pranzo annessa: un vero peccato!) è rimasta nella mia memoria fino ad oggi. Ed è stata un’emozione quando, diventata a mia volta mamma, ho ritrovato quella Barbie e i vestiti cuciti in quella cucina, tanti anni prima, e ho potuto raccontare questa storia alle mie bambine.
Perché anche questo fa parte di loro: in questo modo, il Natale della mia infanzia continua a vivere in loro, e attraverso di me hanno potuto avere un’immagine, per quanto piccola e deformata, della nonna quando non era una nonna, ma una giovane mamma.

 

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