La scuola che vorremmo
Vi ricordate di Lucignolo, il grande amico di Pinocchio, quello che riesce a trascinarlo nel paese dei balocchi, lì dove la scuola e i compiti non esistono? Certo che lo ricordate! E spesso succede che proprio a Lucignolo corra il nostro pensiero seguendo i ragazzi in piena adolescenza, che non solo sembrano rifiutare ostinatamente la scuola, ma sembrano fare di questo rifiuto il proprio cavallo di battaglia per cercare la propria identità, respingendo anche i genitori.
Ma è proprio così? A porsi la domanda è Francesco Dell’Oro, una vita dedicata alla scuola, anche con corsi di formazione e consulenze indirizzate a docenti, genitori e ragazzi. E la sua risposta è no, non è affatto così, come ci spiega nel libro La scuola di Lucignolo (Urra edizioni). Un libro molto intelligente e appassionante, da cui ogni genitore, ma più in generale tutti coloro che sono alle prese con quel delicatissimo periodo che è l’adolescenza, potrebbero trarre spunti preziosi.
No, non temete: niente dotte trattazioni. Il libro ha un taglio assolutamente pratico, come suggerisce il sottotitolo (“Le ragioni del disagio scolastico e come aiutare i nostri ragazzi a superarlo”) e racconta tante storie. Storie nelle quali ognuno di noi può riconoscersi, capaci di parlare ai genitori oggi alle prese con l’adolescenza dei figli (e in cui noi nonni ritroviamo i noi stessi di qualche anno fa) e ai ragazzi che la stanno vivendo.
Ragazzi in crisi, che sono chiamati a fare la difficile scelta della scuola superiore; ragazzi che, nel percorso di studi, si scoprono all’improvviso poco motivati, che inciampano otenendo risultati deludenti, e verso i quali i genitori (e anche noi nonni) hanno aspettative che non rispondono ai loro desideri. Ragazzi che si trovano alle prese con una scuola che spesso non li aiuta, che non è, come dovrebbe essere, un luogo in cui si può sbagliare perché è attraverso l’errore che si impara, ma un luogo che talvolta mortifica il processo di apprendimento, in cui si sta troppo attenti al “voto”, senza considerare i ragazzi nella loro globalità. Peggio: in cui un voti negativo rischia di trasformarsi in una valutazione negativa complessiva, che investe tutta la persona.
Questo senza nulla togliere agli splendidi insegnanti che ognuno di noi ha incontrato nella sua vita e che continua a incontrare, e senza voler minimizzare le oggettive difficoltà, anche pratiche, in cui la scuola oggi si dibatte.
Quella a cui pensa Dall’Oro è una scuola che “riduca le distanze fra le eccellenze, coloro che sono in difficoltà e i predestinati al disastro” e che insomma riesca oggi finalmente a mettere almeno in parte riparo a quella che è sempre stata la storica debolezza della scuola italiana, la separazione tra il sapere e il saper fare. Una scuola che non premi la competitività e che combatta quella che è forse la principale piaga del nostro sistema scolastico, l’abbandono, che ancora oggi riguarda troppi ragazzi (ben il 18,2% dei giovani in età scolare) e dipende fortemente dal ceto sociale e dal livello di istruzione dei genitori.
Una bella sfida, per tutti noi, ma per la quale vale la pena di combattere.
Francesco Dell’Oro, La scuola di Lucignolo, edizioni Urra, 14,00 euro