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Un bambino sempre alla ricerca del contatto…

30 Ottobre 2019

Un bambino di tre anni che sembra essere sempre alla ricerca del contatto fisico con la sua mamma. Come mai? È un comportamento normale? La risposta della nostra consulente, la psicologa Cristina Fumi del Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

DOMANDA

Mio figlio di 3 anni cerca sempre il contatto. Non appena mi siedo sul divano corre, mi alza un po’ la maglia, si appoggia con la faccia e comincia a succhiare il labbro inferiore… Qualche volta infila la mano tra i seni o semplicemente mi tocca le braccia e succhia il labbro.
Non l’ho mai allattato al seno, non ha mai voluto. Ha preso il ciuccio fino a un anno e mezzo. Circa un anno fa trovò in un cassetto un ciuccio che avevo conservato col suo nome e cominciò a riprenderlo, ma per poco perché poi si ruppe e in mancanza del ciuccio cominciò a succhiare il labbro.
Ora noto che sente un bisogno morboso del contatto. E non lo fa solo con me, ma anche con la nonna o parenti stretti, anche se non con gli estranei.

 

RISPONDE LA PSICOLOGA CRISTINA FUMI

Buongiorno signora,
i bambini di due-tre anni cercano il contatto fisico per rassicurarsi e consolarsi: a fronte delle prime esperienze di separazione (tra cui a 3 anni in primis l’ingresso alla scuola materna),  il bambino fisiologicamente è alla ricerca di rassicurazione consolatoria. I bambini la cercano e la trovano con vari oggetti, tra cui ciucci, pupazzi e copertine oppure attraverso il contatto fisico con mamma o papà, o altre figure di riferimento.

È una evoluzione naturale e fisiologica che vede il bambino impegnato a “misurarsi” con il proprio mondo interno e esterno. Crescendo sperimenterà sempre più la presenza – assenza delle figure di accudimento fino a raggiungere un sano equilibrio di vicinanza e distanza: è una fase di crescita e di passaggio importante, ma critica. Attenzione!

Monitori da ora per un anno gli atteggiamenti e i comportamenti del bambino, si confronti con le educatrici della scuola materna per comprendere appieno le modalità con cui è solito relazionarsi non solo con lei ma anche con altri adulti. Rifletta se nell’ultimo anno ci sono stati dei cambiamenti nella vostra vita famigliare: un trasloco, un cambio di lavoro, la nascita di un fratellino. I bambini possono “regredire” se messi di fronti a forti e importanti cambiamenti. Non respinga il contatto fisico, ma lo rassicuri a parole: lo accompagni a riconoscere cosa prova quando cerca e ricerca il contatto. Importante sarebbe comprendere quali emozioni prova. Ci sono molti libri sulle emozioni per bambini disponibili nelle librerie che possono essere utili ai genitori nel guidarli nel difficile compito di aiutare i bambini a vivere serenamente tutte le emozioni che si avvertono.

Un saluto caro
Cristina Fumi

Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia

 

Tags: bambina, bambine, bambini, bambino, contatto, cristina fumi, famiglia, mamma, mamme, Milano, nonni, psicologia, psicologo, servizi coppia e famiglia, università cattolica sacro cuore

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