Risponde lo psicologo – L’adolescenza e il rispetto degli altri
Che periodo difficile, l’adolescenza! Difficile per tutti, ma ancor di più, spesso, per i genitori separati, che devono trovare una linea comune per affrontare i problemi dei figli, mentre talvolta per loro è già difficile parlare serenamente. Una mamma chiede un consiglio alla psicologa Manuela Arenella. Ecco la sua risposta.
DOMANDA
Sono una mamma separata e con un figlio di quasi 14 anni e ho un problema che non riesco a risolvere da sola: le parolacce verso di me, che esplodono nei suoi momenti di rabbia, quando io dico di no a una sua richiesta non esaudibile oppure lo metto alle strette quando mi dice qualche bugia e capisce di non aver via d’uscita. Inizialmente quando mi offendeva e poi dopo la mia predica chiedeva scusa gli dicevo che lo perdonavo ma non dimenticavo; poi sono passata alla “punizione” di non dargli retta dicendogli “la prossima volta forse ci pensi quando poi mi vieni a cercare” (circa 10 minuti dopo lo sfogo). Niente però sembra servire. Ora ho pensato di giocarmi la carta di toccare ciò che più gli sta a cuore: il calcio. Vorrei parlare con il suo allenatore del problema e chiedere a lui un aiuto del tipo “se tieni ancora questo comportamento irrispettoso in famiglia non ti faccio più giocare…”. Il mio ex marito però non è assolutamente d’accordo. Io non so più cosa fare… È proprio così sbagliato chiedere aiuto al Mister?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Da ciò che scrive mi sembra di intuire che ci sia un serio problema legato al rispetto dell’altro e all’esercitare l’autorevolezza genitoriale.
I rapporti familiari nell’adolescenza
L’adolescenza è già di per sé una fase caratterizzata dalla messa in gioco di una rabbia che dovrebbe servire, però, a emanciparsi, a prendere distanza, senza trasformarsi in violenza, anche solo verbale. I ragazzi, a questa età, hanno bisogno di mettere in discussione i propri genitori e le regole fino a questo momento condivise; i genitori hanno il compito di mantenersi fermi, saldi sui propri principi, seppure aperti a un dialogo e a un confronto che tenga sempre più conto del punto di vista del ragazzo. Norme e dialogo, di questo avrebbero bisogno gli adolescenti, ma ho la sensazione che in questa situazione siano elementi faticosi da ottenere.
Patti chiari
Di solito la funzione normativa attiene al papà; gli uomini in teoria sono più fermi, coerenti, per cui più adatti a far rispettare le regole. Nel caso di genitori separati, per le mamme da sole è più difficile tener testa alle ribellioni adolescenti, per cui c’è bisogno, ancora di più, di PATTI CHIARI. Sarebbe importante capire come ha reagito lei la prima volta che suo figlio le ha detto una parolaccia. Questa è una mancanza di rispetto intollerabile, e la gravità dovrebbe essere concretizzata in una “punizione” chiara e sicura. A quest’età non serve più mettere il muso o fare lunghe prediche. Bisognerebbe stabilire insieme al ragazzo dei patti chiari, riguardo a cosa è concesso e cosa no, concordando insieme anche le conseguenze, qualora non si rispettino i patti (non esci, niente playstation, cellulare, tv, ecc… Eviterei di toccare, almeno in un primo momento, l’attività sportiva). Noi chiediamo delle cose ai ragazzi, loro chiedono delle cose a noi: sanciamo un patto che, secondo il principio di responsabilità, prevede delle conseguenze, qualora le cose pattuite non vengano rispettati.
Recuperare autorevolezza, in accordo con l’altro genitore
È importante che lei recuperi autorevolezza, che non permetta a suo figlio di superare certi limiti, che faccia in modo che la situazione non le sfugga di mano, poiché la rabbia e l’opposizione non farebbero che aumentare. Personalmente non credo che sia una buona idea interpellare il Mister, perché sarebbe un autogol, sarebbe come ammettere che lei non ha abbastanza autorevolezza per farsi ascoltare e deve ricorrere a qualcun altro. In questi casi, se si è in buoni rapporti o comunque si ha l’intelligenza di anteporre il benessere del figlio al rancore personale, potrebbe essere utile parlare con il suo ex-marito, per stabilire una condotta il più possibile coerente, dove soprattutto non ci siano frasi o atteggiamenti tesi a screditare l’altro genitore.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.