L’estate che verrà…

L’estate che verrà… Prediamo spunto titolo di una bella e intramontabile  canzone di Lucio Dalla per dire che… l’estate che verrà sarà sicuramente diversa da ogni altra che abbiamo vissuto. Sì, perché anche se ora non ci sono più grosse restrizioni rispetto a uscire e vedere parenti e amici (a parte la distanza, la mascherina… cose che ormai ci sembrano acquisite, anche se pensarci se qualcuno ce lo avesse detto solo qualche mese fa ci sarebbero parse impossibili!), quanti di noi hanno già programmato le vacanze, come gli anni passati?  Chi è che si sente perfettamente tranquillo all’idea di una serata in una sala interna di un locale? Chi è che non affronta con qualche preoccupazione la prospettiva di una giornata in spiaggia, inseguendo i bambini per convincerli a tenere le distanze di sicurezza?
E poi, fino all’anno scorso il dibattito era vacanze con i nonni sì/no. Quest’anno alle altre preoccupazioni (remore dei genitori, responsabilità e stanchezza dei nonni…) se ne aggiunge una nuova: il rischio del contagio, dei bambini ma soprattutto die nonni, considerati da tutti come la “categoria” più a rischio. E così molte famiglie hanno rinunciato, almeno per il momento, al programma di a spedire per qualche settimana i bambini al mare o in montagna con i nonni.

Diverso il discorso di chi ha una seconda casa, dove trascorrere le vacanze tutti insieme, e per i nonni che già abitualmente si occupano dei nipoti e che sono tornati “in servizio” una volta finita la quarantena più rigida. Ma per tutti gli altri la prospettiva è quella di un’estate in cui saranno ridotti non solo le vacanze, ma anche i contatti con i nipoti, con nostro grande dolore. D’altro canto, lo spauracchio del pericolo del coronavirus è troppo pressante perché possiamo ignorarlo e una responsabilità troppo grande rischiare di contagiarci noi, e di contagiare i nostri cari.

E i bambini? Anche per loro sarà un’estate diversa dal solito. Non poter giocare con gli amici, con i cuginetti; sentirsi ripetere continuamente di tenere le distanze di sicurezza, un mantra che hanno ormai interiorizzato; restare in città più a lungo del solito (molto di loro, almeno), a combattere col caldo, senza neanche lo sfogo dell’oratorio estivo… Non vi si stringe il cuore, ricordando com’erano le estati e le vacanze di quando noi eravamo bambini? Eppure proprio loro, i nostri piccoli, ci stanno dando un grande esempio di responsabilità e di adattabilità, per il quale dovremmo applaudirli e ammirarli. Perciò non ci resta che stare loro vicini e sostenere il grande sforzo che oggi la nostra società sta chiedendo loro.

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