Ragazzi e internet: uno studio di EUKids online
I “parental control”, cioè i filtri che molte famiglie usano per controllare l’uso di Internet dei ragazzi e limitare i pericoli della rete, sono efficaci ma, soprattutto, sono sempre positivi? È quello che si sono chiesti Bieke Zaman e Marije Nouwen, due ricercatori inglesi che hanno condotto uno studio per EUKids online passando in rassegna tutti gli studi in lingua inglese su questo strumento largamente usato dalle famiglie con figli piccoli o adolescenti.
Che cos’è EUKids online?
Due parole su EUKids online, uno strumento davvero utilissimo per chi si occupa di bambini e ragazzi. Si tratta di progetto europeo, il cui partner italiano è l’OssCom (il Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica di Milano), nato con lo scopo di accrescere la conoscenza delle opportunità, ma anche dei rischi, connessi all’uso del web da parte dei minori.
Finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea, ha condotto un’indagine su oltre 25.000 ragazzi utenti internet tra i 9 e i 16 anni e sui loro genitori in 25 Paesi. In Italia, la referente per i dati relativi al nostro Paese è Giovanna Mascheroni, docente dell’Università Cattolica.
Il rapporto di Zaman e Nouwen
Ebbene, che cosa dicono Zaman e Nouwen? Dicono che i “parental control”, molto focalizzati sulla prevenzione dei rischi, finiscono con ridurre le opportunità offerte da internet ai ragazzi. Insomma, è giusto proteggere i nostri ragazzi, ma non è bene farlo unicamente restringendo il loro campo di azione. Anzi, in questo modo – se il “controllo” è troppo stretto e limitante – rischiamo di togliere loro tante opportunità positive offerte dalla rete.
Sì, lo so che per i genitori – e ancor più per i nonni, per i quali Internet è ancora un po’ misterioso – è difficile, ma bisogna evitare di cadere nella trappola di uno “spionaggio” serrato, che mette a rischio anche la confidenza reciproca che deve regnare in famiglia.
E poi, in generale: dobbiamo evitare di rendere i ragazzi unicamente “passivi”, ma piuttosto aiutarli a rendersi conto dei pericoli della rete, in modo che sappiano difendersi da soli, per un percorso di crescita davvero utile e a tutto tondo.
Ma i filtri per Internet funzionano davvero?
Inoltre Bieke Zaman e Marije Nouwen, dopo aver esaminato diversi “filtri”, affermano di non sapere se funzionano davvero e scrivono che “le ricerche sin qui condotte sull’uso dei parental control non ci danno una risposta definitiva sulla loro efficacia nel ridurre i rischi di internet a cui si espongono i minori.”
Insomma, il rischio è che, oltre a instaurare un clima un po’ “poliziesco” in casa, i parental control siano anche piuttosto inutili!
Qualche consiglio pratico
Ma allora che fare? Ecco le indicazioni pratiche che emergono dal rapporto dei due ricercatori.
Prima di tutto, bisogna cercare di non essere iperprotettivi (difficilissimo!!!) e soprattutto abbandonare l’idea di controllare i ragazzi a ogni costo.
Attenzione anche alle punizioni (ad esempio, la proibizione di usare i social network): se non sono condivise e più che argomentate, rischiano d far sì che i ragazzi le infrangano di nascosto (tanto, in questo sono sempre più bravi di noi).
E poi… diamo fiducia ai ragazzi: non imponiamo loro i “parental control”, decidendo tutto noi, ma discutiamo con loro le impostazioni da dare, dato che le nostre scelte influenzeranno le loro possibilità di usare il web. Anzi, trasformiamo l’uso di questi filtri in uno stimolo alla discussione sui contenuti e sui comportamenti giusti o sbagliati da tenere in rete.
Infine, anche noi adulti dobbiamo porci qualche domanda: il controllo del comportamento online dei nostri figli e nipoti potrebbe rivelarci delle informazioni sui loro amici; sarebbe giusto? Siamo sicuri che questo poi non influenzerebbe il nostro atteggiamento nei loro confronti?
Chiediamocelo e accertiamoci di avere una risposta a queste domande, molto delicate e tali da segnare il nostro rapporto con i ragazzi!
Informazioni: Il report “Parental controls: advice for parents, researchers and industry” è disponibile al link: http://eprints.lse.ac.uk/65388/