I campi estivi, che bella esperienza per i bambini!
Campi estivi sì, o no? È questa la domanda che proprio in questi giorni si stanno facendo tantissime famiglie. Una scelta che quest’anno va ponderata forse più che negli anni precedenti. Infatti ora che la stretta del virus che ci ha tenuto in scacco per mesi si va attenuando, sentiamo più che mai il bisogno di consentire ai bambini di tornare a vivere e a giocare in un ambiente libero e ricco di stimoli e di rapporti sociali con i coetanei: quegli stimoli e quei rapporti che mancano loro da quando la scuola è stata forzatamente chiusa e alle ore passate con insegnanti e compagni si è sostituita la didattica a distanza, lo studio a casa, e per molti i giochi al computer, i contatti via skype o whatsapp.
Ma naturalmente c’è anche qualche no. Non solo perché molti di noi continuano ad aver paura del contagio, nonostante le rigide linee-guida stabilite dal governo e che ogni struttura è tenuta a rispettare nel modo più scrupoloso; non solo perché in molti comuni i centri estivi non si sono ancora perfettamente organizzati, e non si sa che programmi hanno e con quali modalità si svolgeranno; non solo perché naturalmente hanno un costo che non tutte le famiglie, nell’attuale situazione economica, si sentono di affrontare. Ma anche perché talvolta sono gli stessi bambini ad avere delle resistenze.
E allora, che fare? Prima di tutto, ricordiamoci che molto dipende dall’atteggiamento di noi adulti: se noi stessi – genitori, nonni… – ci mostriamo titubanti e presentiamo ai bambini il centro estivo come un ripiego o una necessità dettata unicamente da ragioni pratiche (i genitori lavorano, i nonni non possono prendersi cura dei nipoti a tempo pieno…), ebbene, sarà più facile che i bambini mostrino delle perplessità. Se invece li presentiamo come una grande opportunità, il nostro atteggiamento influenzerà i bambini. Quindi forza: vanno a fare una bella esperienza, facciamoglielo sentire con il nostro entusiasmo!
Poi, informiamoci bene sulle attività proposte nei diversi centri estivi della zona e, se ne abbiamo la possibilità, discutiamone con il bambino, assecondandolo nelle sue preferenze e nelle sue scelte. Facciamogli sentire che la sua voce per noi è importante, che lo ascoltiamo e diamo peso alle sue preferenze. Se sarà stato lui a scegliere, affronterà comunque la cosa con un altro spirito.
Infine, se ne abbiamo la possibilità, accordiamoci con le famiglie di qualche altro bimbo per mandare il nostro bambino insieme a qualche compagno: si sentirà più sicuro nell’affrontare la nuova esperienza. E ricordiamo che gli stiamo dando una grande opportunità di crescita!
E l’età giusta per cominciare? Molti centri estivi accolgono i bambini a partire dai 5-6 anni, ed effettivamente quella è l’età più adatta per iniziare. Inutile mandare i bambini prima, se ne abbiamo la possibilità, perché si troverebbero tra bimbi più grandi e farebbero fatica a inserirsi. Ed è bene partire con il piede giusto nell’indirizzarli a questa esperienza, perché lasci in loro un ricordo piacevole.
Buongiorno
Sono la nonna di una bambina molto vivace .
Per quanto riguarda i campus estivi… qui in Umbria fanno molte storie, deve prima uscire un bando del comune ecc.
Ma io penso: non sono andati alla materna ecc.; non vuoi agevolare le famiglie invece di rendere tutto più complicato?
Cara Antonella,
hai perfettamente ragione, ma anche i Comuni, con tutte le complicate normative che ci sono e che sono cambiate rapidamebte negli ultimi mesi, non sanno bene che fare. È una situazione difficile per tutti. Però in molti posti i privati si sono mossi e li hanno organizzati, e ora stanno arrivando anche quelli dei Comuni.
Un caro saluto e auguri per il suo nipotino (sappiamo bene che tenere a bada tutto il giorno un bambino vivace è davvero faticoso!).
Annalisa Pomilio
noinonni.it