Una poesia per il nonno
Per la festa dei nonni, ecco una bellissima poesia dedicata al ricordo di un grande nonno, scritta da… un nonno, Carlo Delcroix. Una poesia che sicuramente a ognuno di noi riporterà alla memoria l’indimenticabile figura del proprio nonno, la sua forza, la sicurezza che sapeva ispirarci, il suo sorriso. Non è una poesia per bambini, ma è con questa che ci piace festeggiare quest’anno tutti i nonni del mondo. E siamo certi che se la leggerete ai nipotini raccontando loro com’era il vostro nonno, rivivrà in loro.
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Il nonno
A quelle mani grandi,
sicure e pazienti,
che odoravano di saggezza,
dure di benevolenza,
che quando me le poggiavi sulla testa
si oscurava il cielo tanto erano grandi.
A quelle mani di quercia
tornite dal tempo,
rotte di lavoro,
mani che coltivavano la terra,
mani che hanno patito il freddo e la paura
di un metallo pesante,
piombo e guerra,
“Cavaliere della Patria” recita la medaglia,
a quel tempo dove una stretta di mano
era patto d’onore e d’acciaio.
Quelle mani che frugavano sotto gli alberi
quando andavamo per i boschi,
che mi mostravano funghi e castagne,
che mi passavano bastoni di fortuna
per le scorrazzate in montagna,
che mi legavano fettine di patate alla fronte
per i mal di testa,
che mi insegnavano a tagliare i tralicci di uva giusta,
che di nascosto mi passavano un bicchiere
con mezzo dito di vino
sotto le urla della mamma: “è solo un bambino!”.
E ridevi di cuore
con quel tono maestoso di chi sta bene dove sta,
giustificando il tutto con la solita parola:
“Fa sangue!”
E mi prendevi sulle spalle,
da quella montagna che eri mi girava la testa,
ma il sole era caldo,
l’aria saporita,
e di che ora fosse me ne fregava ben poco.
E sul mio destriero benevolo guardavo il mondo.
Sembrava facile,
molto più di adesso.
E ti chiamo ora
recitando il mio stesso nome
uguale al tuo.
Ti chiamo ora
ripensando ai tuoi occhi vivi e sani.
Ti chiamo ora
con le uniche sillabe che tu
nella tua vita
non mi hai mai rivolto:
non-no.
Carlo Delcroix
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