Risponde lo piscologo – Super-nonni
La psicologa Manuela Arenella risponde a una lettera che ci ha stretto il cuore: due nonni coraggiosi, travolti dal dolore per la perdita della figlia, ma in prima linea per accudire le nipotine. E con qualche problema per “gestire” una situazione così complessa e delicata. Due nonni “con la maiuscola”, insomma, a cui va tutto il nostro affetto. Trascriviamo la lettera per intero, perché questi nonni possano sentire l’abbraccio (anche se virtuale) di ognuno di noi!
DOMANDA
Noi siamo nonni in un periodo molto triste della vita…
Da poco tempo, a causa di un cancro, abbiamo perso la nostra amata figlia di 42 anni, moglie e mamma di due splendide bimbe di 8 e 13 anni.
In questi ultimi tre anni, e in special modo negli ultimi dieci mesi, le bimbe hanno dovuto assistere giorno dopo giorno al declino della loro splendida mamma, sempre accudita dal marito e da noi.
Lei ha vissuto in famiglia sino alla fine e abbiamo cercato in tutti i modi di rendere sereni anche gli ultimi giorni, tenendola sempre in casa insieme alla sua famiglia e vivendo due vite parallele, la prima curando lei e la seconda cercando una quotidianetà normale con le bimbe. Hanno assistito quindi al funerale, alle visite di amici e parenti e l’hanno potuta vedere nella camera ardente, dove era nuovamente bella, serena, e il suo viso non mostrava più sofferenza.
Ora la vita è cambiata decisamente, il loro papà lavora tutto il giorno e noi cerchiamo di dargli il massimo supporto. Per fortuna non ci sono problemi economici, per cui abbiamo una persona che provvede settimanalmente alle pulizie e a stirare.
Io come nonna cucino per loro, faccio i bucati, riordino la biancheria stirata e cerco di gestire un pochino la loro casetta.
Ho qualche problema con la ragazza di quasi 13 anni, che ha iniziato a truccarsi da diversi mesi e passa ore in bagno… In questi ultimi mesi la sua cameretta è sempre invasa da vestiti sparsi dappertutto per terra, e da ogni genere di cose varie (fazzoletti, dischetti struccanti ecc.).
Durante la malattia della mamma ho cercato di consigliarla e di aiutarla a fare ordine, ma poi ho rinunciato visto i risultati sconfortanti, pensando che questo comportamento fosse dettato da una rabbia interna.
Ora però sono in conflitto con me stessa perché non riesco più a tollerare un comportamento del genere. Le mamme giovani mi dicono che anche le loro figlie hanno questo tipo di comportamento, ma io proprio non riesco ad accettarlo, in quanto lo sento come una mancanza di rispetto nei confronti di chi deve lavare e stirare e un segno di totale disinteresse per le regole che cerco di darle.
La bimba di 8 anni invece è ordinata, ma con noi non si apre, non parla mai della mamma e di quanto è successo. Si sente molto protetta dal suo papà e in sua presenza noi diventiamo invisibili… Si annoia se non ha qualcosa da fare e cerca sempre da noi degli stimoli per qualsiasi attività.
C’è anche un cagnolino di nome Oliver, che ora che le bimbe sono tornate a scuola passa molto del suo tempo da solo o in giardino. Anche per lui, secondo me, le bimbe dovrebbero avere delle regole per accudirlo e portarlo a spasso. In questo momento però di lui si deve occupare il nonno.
Devo dirle però che le bambine sono abituate a noi nonni e ci vogliono bene, da sempre sono spesso state in nostra compagnia, e si sono divertite molto con noi. Abitiamo ad un paio di chilometri di distanza e in questi ultimi dieci mesi, in cui la loro mamma non riusciva più a gestire la casa e la famiglia, tutti venivano a pranzo da noi, e alla fine andavamo noi in casa loro anche per preparare la cena.
Non abbiamo più un’età in cui si riesce a far tutto senza fatica, ci stanchiamo e abbiamo bisogno di un po’ di collaborazione da parte di tutti.
Ora poi dobbiamo cercare di ricostruire tassello dopo tassello una nuova vita con loro e il loro papà e ci farebbe molto piacere avere qualche consiglio. Non vorremmo essere troppo invadenti, ma non vorremmo neppure che al loro risveglio al mattino non trovino nessuno in casa. Per il momento il nonno, quando il loro papà parte per il lavoro, va da loro e prepara la colazione, poi ci diamo il cambio. Nel limite del possibile cerchiamo di non lasciarle sole, oppure di programmare la giornata con loro amichette.
La ringrazio per i consigli che ci potrà offrire, vogliamo molto bene alle nostre nipotine e vorremmo aiutarle a crescere nel migliore dei modi, sperando anche che la mamma da lassù ci aiuti.
RISPONDE LA PSICOLOGA MANUELA ARENELLA
Cari nonni, già per tutto ciò che avete fatto, e che continuate a fare, potete ritenervi dei nonni con la “n” maiuscola.
In una fase terribile come quella della malattia di un genitore, per i bambini è indispensabile avere accanto figure che rappresentano un riferimento affettivo e che, seppure non negando il dolore, si sforzino di mantenere una quotidianità accogliente e rassicurante.
Quando arrivano momenti come questi, ogni bambino reagisce in modo diverso, a seconda dell’indole, del tipo di legame che aveva col genitore, del grado di sofferenza che avverte nell’altro genitore, ecc…
Sicuramente il disordine, per una tredicenne, può rientrare nei normali atteggiamenti adolescenziali, per cui , in qualche modo, il caos interno trova il suo corrispettivo nella realtà esterna. Nel caso di sua nipote immagino che il caos, il dolore, la rabbia e la sofferenza abbiano raggiunto livelli esponenziali; non è facile perdere una madre in un’età in cui si ha necessità di una donna che funga da modello e da riferimento, per imparare come si diventa donne.
Questo non significa che si debba tollerare tutto. Di solito, con gli adolescenti, si propongono dei patti; è vero che la loro stanza è il loro “regno”, uno spazio di autonomia da rispettare enormemente, ma è pur vero che una volta a settimana va pulita, per cui bisogna stabilire col ragazzo se lo fa lui, oppure se acconsente all’“incursione” di un adulto.
La stanza diventa teatro in cui si rappresenta il caos interiore che abita i ragazzi di questa età, ed è una rappresentazione che, in qualche modo, deve andare in scena. È altrettanto vero che il ruolo dell’adulto è quello di fornire indicazioni per dare ordine piano piano al caos.
Non la viva come una mancanza di rispetto, non ha a che fare con questo, ma può condividere le sue sensazioni con sua nipote, chiedendo a lei cosa sente, e che accordo trovare per rispettare le esigenze di tutti. Credo che sua nipote le faccia provare la rabbia impotente che lei stessa prova….
Ovviamente, se tra sei-dodici mesi sua nipote dovesse continuare a ignorare regole e indicazioni fornite da voi e dal padre, allora si dovrebbe iniziare a pensare a una serie di patti e di conseguenze/punizioni, che attivino l’assunzione di responsabilità rispetto a sé e agli altri.
La cosa fondamentale sarà, sia con la grande che con la piccola, aprire il più possibile finestre di dialogo, anche inerenti al dramma che avete vissuto. È importante che le vostre nipoti vi sentano disponibili ad affrontare l’argomento, che non è un tabù; che avvertano che esiste qualcuno capace di accogliere e condividere anche un dolore così grande, i sensi di colpa e la rabbia disperante che ne consegue.
Non fatevi problemi a parlare della loro mamma, anche raccontando aneddoti del passato, o immaginando cosa avrebbe detto o fatto in una determinata situazione, è importante che la sentano comunque presente e viva dentro di sé.
Quanto all’ “invadenza”, credo dobbiate regolarvi sulla base delle esigenze e richieste di vostro genero, e, successivamente, delle richieste delle ragazze. Sono sicura che, in questa fase, sono contente di non essere lasciate sole, e di sentirsi avvolte dal vostro calore. Il lavoro per elaborare un lutto, però, è lento e graduale, per cui potranno cambiare le esigenze.
Non affannatevi a “riempire” tutti i momenti vuoti, però… questo è un modo per scappare o posticipare una sensazione di vuoto e di dolore, che prima o poi deve arrivare, per essere incontrata, affrontata ed elaborata. Tenetevi pronti a questo, anche se immagino la difficoltà, considerando anche il vostro, di dolore. Tenetevi stretti come avete fatto fino ad ora, siete davvero in gamba.