Risponde lo psicologo – Quando il bambino “torna piccolo”
Ecco un nuovo interessante contributo della dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza .
La domanda di oggi interessa molti nonni: come reagire di fronte a un bambino che all’improvviso sembra voler “tornare piccolo”, piange e si lamenta di fronte a qualsiasi proposta?
DOMANDA
Mio figlio, che ha 5 anni, negli ultimi mesi è diventato un bambino piagnucoloso, quasi come un bimbo piccolo. Si lamenta e piange praticamente per qualsiasi cosa: perché facciamo questo, perché mangiamo quello, perché andiamo di là, perché…, perché… Come posso farlo smettere?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Questa domanda può avere mille risposte, perché le interpretazioni che si possono dare a un comportamento di questo tipo sono molte e bisognerebbe avere maggiori dettagli per poter rispondere con più precisione. Quello che ci dobbiamo chiedere però non è “come farlo smettere”, ma “che cosa mi sta comunicando il bambino con questo comportamento?”.
Ogni segnale di disagio veicola infatti un messaggio che va decifrato. Per poterlo comprendere, sarebbe importante sapere da quanto tempo è emerso questo cambiamento e se è successo qualcosa che può averlo scatenato (è arrivato un fratellino o una sorellina? C’è stato qualche cambiamento rilevante in famiglia? Ci sono tensioni tra i genitori, anche non manifestate direttamente? Si prepara al passaggio alle elementari?). Tutti questi eventi potrebbero motivare degli atteggiamenti regressivi del bambino, cioè dei comportamenti che risalgono a fasi precedenti, una sorta di “passo indietro” che fa sì che il bambino sembri tornare piccolo!
Queste regressioni, quando sono legate a dei passaggi di crescita, sono fisiologiche, naturali… un po’ come prendere la rincorsa per saltare più lontano! Di fronte a passaggi di crescita o a cambiamenti imminenti, il bambino cerca di rassicurarsi recuperando comportamenti legati a fasi precedenti, quasi richiedendo maggiore attenzione.
È importante accogliere questi comportamenti con pazienza, consapevoli che il bambino sta affrontando una difficoltà, ma ce la farà. Si può provare a fargli esprimere il suo disagio, accogliendo anche i comportamenti da “bimbo piccolo”, ma contestualizzandoli in un gioco: per esempio, si può dire “giochiamo/facciamo finta che eri piccolo” oppure “cos’ha fatto il mio piccolo che è triste/preoccupato?”.
In ogni caso, non bisogna criticare gli atteggiamenti che manifestano un’insicurezza o una paura: più li si accoglie e prima passano!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.