Quando è il bambino a chiedere di trasferirsi…
Ci scrive una mamma che si è trasferita all’estero da qualche anno, ma a cui la figlia chiede ora di rientrare nel paese di origine. Come mai? E che cosa fare? La risposta della psicologa Monica Accordini del Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
DOMANDA
Sono mamma di due splendidi bambini. La prima ha quasi 10 anni e l’altro ne ha 6.
Vivo da quattro anni all’estero, in Alsazia. Tante difficoltà per il distacco da tutti i parenti, ma sembrava andare tutto nel verso giusto, ma da quasi due mesi mia figlia non fa altro che chiedermi di tornare giù nel nostro paese, che è in Calabria.
Ho cercato di comprendere il suo dolore e farmi spiegare la causa di questa richiesta, e la risposta è che qui gli amici non sono molto gentili , motivo per la quale adesso vuole trasferirsi giù.
Le ho spiegato che la gente è così dappertutto, ma non vuol sentir ragioni. Non so cosa fare perché so che ritornare giù è la scelta sbagliata. Grazie mille per la risposta!
RISPONDE LA PSICOLOGA MONICA ACCORDINI
Gentile Signora,
posso comprendere quanto possa essere difficile vedere il disagio di un figlio e sentirsi impotenti di fronte ad esso. Lei scrive di avere già provato ad indagare i motivi dietro la richiesta di sua figlia ma non da molti dettagli in merito. Sarebbe, per esempio, importante capire se è successo qualcosa in particolare o se, invece, questa richiesta arriva come “un fulmine a ciel sereno” come sembrerebbe di capire. Le suggerirei poi di osservare sua figlia e vedere se il suo comportamento o i suoi voti a scuola abbiano subito variazioni nell’ultimo periodo (es., è più nervosa o irritabile del solito, ha avuto un calo del rendimento scolastico, la trova svogliata o apatica, ecc…); questi cambiamenti, qualora presenti, potrebbero infatti essere il segnale che qualcosa nell’equilibrio di vita di sua figlia si è rotto e che dunque lei è turbata. In questi casi è sempre bene mostrare vicinanza e ascolto senza tuttavia diventare insistenti o fare domande intrusive e, nel caso, rivolgersi ad un professionista.
Accade poi spesso che i bambini, con il loro agire e con le loro parole, si facciano portavoce di bisogni ed esigenze famigliari, anche se queste non sono mai state condivise apertamente con loro. Come si trova lei nel nuovo paese? Parla di alcune difficoltà, in che modo esse pesano sulla sua vita, sulla sua libertà e sulla sua possibilità di essere la madre e la donna che vorrebbe? Queste credo siano le domande fondamentali che lei, in prima persone, dovrebbe provare a porsi.
Un caro saluto
Monica Accordini
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
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