L’inizio della pensione, una nuova fase della vita
Il giorno in cui arriviamo alla pensione… è un bel salto! Ci abbiamo pensato spesso, negli ultimi anni di lavoro, magari aspettandolo, nei momenti di stanchezza o in quelli di frustrazione inevitabili in ogni esperienza lavorativa, come una meta desiderabile, ma poi quando ci arriviamo ci assale sempre un po’ di paura.
Certo, in pensione non siamo più obbligati ad alzarci presto ogni mattina (anche se probabilmente continueremo a farlo, almeno per un po’: la forza dell’abitudine!); non dobbiamo più ritagliarci il tempo per fare le nostre commissioni o le cose che ci interessano, incastrandole la sera o nel weekend. Però spesso il lavoro è anche vita sociale, è incontrare colleghi, collaboratori con cui si intrecciano rapporti di amicizia.
Per questo alcuni di noi, quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro che li appassiona, decidono di prolungare la vita lavorativa, magari iniziando pian piano a “rallentare” un po’ gli impegni (se possono farlo), in modo da avere un ingresso più dolce alla pensione. Sono fortunati, ma pochi, e anche per loro arriva il momento di chiudere tutto. E anche a loro può succedere di provare un po’ di paura quando la fase della vita lavorativa finisce davvero, quando terminano gli impegni e le scadenze legati al lavoro; allora, guardando al futuro, possono avere la sensazione che li aspettino giornate vuote e tutte uguali.
È invece proprio nel momento in cui inizia la pensione che, se ci sforziamo di rovesciare la prospettiva, abbiamo la possibilità di scoprire che questa nuova fase della vita, ci regala l’opportunità di dedicarci ad altre attività, magari più interessanti e che ci coinvolgono di più del lavoro, offrendoci anche altre possibilità di una vita sociale varia e soddisfacente.
Per coglierle, dobbiamo però prepararci. E “preparazione” alla pensione è forse la parola-chiave per viverla serenamente. Una preparazione che dobbiamo fare tutti, anche i nonni di nipoti ancora piccoli e che non abitano lontano, per i quali la sensazione di vuoto legata alla fine della vita lavorativa può essere attenuata dalla consapevolezza – e dalla gioia – di avere la possibilità di trascorrere con loro più tempo.
Dobbiamo prepararci prima di tutto mentalmente: è una fase della vita che abbiamo la fortuna e il privilegio di vivere (non è stato sempre così in passato, e ci auguriamo che possa restare così in futuro, anche se purtroppo molte cose stanno già cambiando, anche per chi è di poco più giovane di noi), quindi abbiamo il dovere di non sprecarla, di vivere al meglio, finché la salute e le forze ce lo consentono.
Quindi, cominciamo a pensarci anche un po’ prima del “fatidico” giorno, quello in cui lasciamo per l’ultima volta il nostro luogo di lavoro. Ci sono tante opportunità, tante proposte diverse proprio per le persone della terza età, come noi. Per esempio, possiamo decidere di riprendere in mano vecchi progetti o vecchie passioni che avevamo accantonato e coltivarle, anche iscrivendoci a gruppi e corsi. Oppure, se vogliamo sentirci utili, sentire di continuare a essere un tassello importante nella vita della nostra comunità, possiamo dedicare un po’ del nostro tempo agli altri, per esempio, attraverso il volontariato, l’aiuto a chi è fragile o ha bisogno di una mano. Basta poco, davvero!