Risponde lo psicologo – Mio figlio è un “artista”
Ogni bambino, certo, ha le sue peculiarità, il suo carattere e i suoi “talenti”. Capita però che genitori e nonni finiscano per guardare con occhio indulgente, in nome di questi talenti, comportamenti che sarebbe meglio correggere. Con il risultato che poi la scuola ci parla di un bambino diverso da quello che noi immaginiamo. Ecco i consigli della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Ho due bambini, di 6 e 7 anni. Quello di 7 anni non mi dà problemi a scuola, anzi è bravissimo, anche se è un gran chiacchierone. Invece con il piccolo non so piu cosa fare. Sono stata richiamata dalle maestre gia tante volte perche fa i capricci, a volte disturba la classe, lavora solo quando decide lui.
Loro mi dicono che è instabile dal punto di vista emotivo. Ho cercato di spiegare loro che secondo me Flavio non è ancora abbastanza maturo e le sue reazioni sono in verità un disaggio ma mi hanno detto che forse è meglio rivolgermi a uno psicologo.
Il bambino a casa è tranquillo, cooperante; sì ogni tanto è lunatico, ma noi sapiamo che lui è il nostro artista.
Mi chiedo perché si deve sentire così a disagio a scuola e perché non viene capito. Mi sento veramente molto triste per lui. Abbiamo sbagliato qualcosa? Mi potete dare un consiglio per aiutarlo?
RISPONDE LA PSICOLOGA MANUELA ARENELLA
Capita spesso di incontrare genitori spiazzati dal ritratto che le maestre fanno del loro bambino, per come si comporta a scuola. A volte ci sembra che non sia lui, o che non venga capito.
Può realmente accadere che un bambino metta in luce aspetti diversi di sé e della sua personalità in contesti differenti, poiché un conto è il nido protetto della casa, dove siamo circondati da adulti che ci amano e ci conoscono, un conto è il confronto con la realtà esterna.
Gli aspetti di infantilismo di cui lei parla possono essere dovuti ad un eccessivo permissivismo nell’imporre delle regole e a dinamiche che non promuovono l’autonomia.
Sarebbe importante capire se Flavio è autonomo per la sua età (si lava da solo, dorme da solo, fa i compiti da solo, ecc..?); se rispetta le regole, riesce a tollerare le attese e a concentrarsi su qualcosa,
Ascoltare ciò che le maestre ci raccontano, accogliere le parti diverse che nostro figlio mette in luce lontano da noi, ci dice molto delle risorse, degli strumenti o delle difficoltà che ha nell’affrontare la realtà esterna e le piccole frustrazioni connaturate al far parte di una comunità.
So che istintivamente ci viene da metterci sulla difensiva, negare ciò che sentiamo non collimare con l’immagine che abbiamo del nostro bambino, o tentare di trovare giustificazioni; andare oltre questa reazione istintiva, però, ci dà la possibilità di conoscere a 360 gradi nostro figlio e di aiutarlo, qualora riscontrassimo difficoltà.
Si può rimanere “artisti”, pur maturando la capacità di portare a termine un compito, rispettando le regole e mantenendo un impegno costante.
Dalle poche cose che scrive non sono in grado di stabilire se il suo bimbo abbia effettivamente una difficoltà e di che tipo sia, ma se la scuola “drizza le antenne” ed evidenzia delle fatiche, non vale comunque la pena di approfondire la situazione con un esperto?
Lei stessa accenna a un disagio del bambino nel vivere il contesto scuola, che comunque richiede una prestazione. Confrontarsi con uno psicologo infantile può servire a tutti, ma soprattutto a Flavio che potrebbe mascherare dietro capricci e azioni di disturbo un senso di inadeguatezza rispetto alle nuove sfide e tappe di crescita che i 6 anni (e la scuola primaria) comportano.
In bocca al lupo!