Risponde lo psicologo – Quando arriva il papà
Un papà che, per motivi di lavoro, deve restare anche per lunghi periodi lontano da casa. Come gestire la situazione con i bambini? Possono risentirne?
Una mamma nostra lettrice (ebbene sì, ci seguono anche le mamme,) lo chiede alla alla dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta. Ecco la sua risposta.
DOMANDA
Sono la mamma di due bambini (un maschietto di 7 e una bimba di 4 anni).
Mio marito tra un paio di mesi cambierà lavoro e dovrà viaggiare molto in Italia. Perciò ci saranno settimane in cui sarà a casa solo per il weekend, oppure potrà accadere che non lo vedremo per due settimane.
Per i bambini sarà un periodo difficile e non so quali conseguenze potrà avere per loro la mancanza del loro papà. Anche prima lavorava tanto fuori, e non era facile organizzare delle cose da fare insieme a lui, ma almeno la sera era a casa.
Come gestire questo periodo in modo che i bambini non abbiano a risentirne negativamente?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Mi rendo conto della preoccupazione di un cambiamento così grande, che comporta assenze prolungate e sicuramente una riorganizzazione della quotidianità familiare, ma bisogna sempre ricordare che i periodi difficili, per quanto faticosi, non necessariamente sono traumatici. I cambiamenti, le prove della vita, possono essere occasioni per mettere alla prova noi e le nostre relazioni. La distanza, per una relazione, è una prova dura, che però può far aumentare il desiderio di ritrovarsi e di stare insieme in modo pieno.
Dato per scontato che tra il papà e i bambini ci sia un rapporto positivo, fatto di complicità, di ascolto autentico e rispetto, è importante che il cambiamento sia comunicato ai bambini con un preavviso di almeno un paio di settimane, per dar loro modo di elaborare la notizia e avere il tempo di fare le domande e le osservazioni che verranno loro in mente.
È possibile che si verifichino comportamenti inusuali (pianti, capricci o piccole regressioni), che andranno accolte e considerate come possibili reazioni all’evento (“forse fai così perché papà sta per partire….”).
Entrambi i bambini sentiranno sicuramente la mancanza del papà: il maschio è nell’età in cui il papà è colui che accompagna alla scoperta del mondo, con delle piccole e grandi avventure; la femmina è nel pieno della fase “edipica”, in cui il papà è il grande amore.
È molto importante rassicurarli rispetto al fatto che la lontananza può rinforzare i legami, che al di là della presenza fisica le persone ce le portiamo dentro. Bisogna autorizzarli a manifestare la nostalgia del papà ogni volta che ne avranno bisogno, e stabilire dei piccoli rituali che lo facciano sentire presente anche da lontano (ad esempio una telefonata tutte le sere per raccontarsi la giornata; momenti speciali in cui osservare tutti la stessa cosa; lasciare ad ognuno dei bimbi un oggetto del papà da tenere con sé, ecc…).
Il papà che è assente per lavoro è giustificato dai bambini, purché ce la metta tutta per far sentire la propria presenza. Si può lavorare tanto, ma consapevoli che poi bisogna recuperare, dedicando tempo esclusivo ai bimbi, dimenticando la stanchezza e organizzando qualcosa di speciale per le giornate che si passano insieme.
Un accenno va fatto alla mamma… Lei come vive questo cambiamento? È subìto o rientra in un progetto condiviso che prevede questa fase di sacrifici?
Pongo l’attenzione su questo perché, come più volte ripetuto, i sentimenti, i vissuti emotivi della mamma arrivano diretti ai bambini. Una mamma arrabbiata, delusa o frustrata non potrà trasmettere un’immagine positiva del papà, della sua esperienza fuori, e non sarà credibile nel sostenere con i bimbi che il loro papà pensa tanto a loro e farebbe di tutto per stare con loro.
Prove come queste possono unire notevolmente e rinforzare i legami già esistenti. A questo proposito, mi viene in mente un albo illustrato dal titolo Mamma nastrino e papà luna (autrice Emanuela Nava, edizioni Piemme), che ha attinenza con l’argomento. Potrebbe essere una lettura utile per i bambini!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.