Una vita per la genetica: Barbara McClintock

All’inizio si chiamava Eleanor. Ma ai suoi genitori bastarono pochi mesi per accorgersi che questo nome dolce e femminile non si addiceva a quella bambina “forte” e volitiva, che fin dalla culla non piangeva mai. Fu così che Eleanor divenne Barbara McClintock, la prima donna a vincere un premio Nobel per la medicina senza dividerlo con un uomo.

E proprio a Barbara McClintock è dedicato il libro Pannocchie da Nobel (Editoriale scienza), il più recente della collana Donne nella scienza, una galleria di ritratti appassionanti di donne che hanno saputo lasciare la loro impronta nei più diversi rami scientifici, dall’astronomia alla matematica, dalla botanica alla zoologia.

Scritto da Cristiana Pulcinelli, giornalista che si occupa da sempre di divulgazione scientifica, e con le illustrazioni di Allegra Agliardi, Pannocchie da Nobel ci restituisce un ritratto a tutto tondo, coinvolgente divertente, di una donna anticonformista e capace di perseguire con passione e ostinazione i suoi studi, anche quando erano guardati con scetticismo dal mondo scientifico.
Bambina “maschiaccio”, in un’epoca (nasce nel 1902) in cui alle bambine erano richieste virtù  “femminili” ben codificate, Barbara ha saputo andare avanti per la sua strada con determinazione e  ostinazione, talvolta anche a costo di incorrere nella disapprovazione della madre, che avrebbe voluto per lei una vita diversa. E perfino contro lo scetticismo della comunità scientifica internazionale, che per lungo tempo non ha riconosciuto il valore dei suoi studi sulla genetica, condotti sulle pannocchie di mais.
Eppure, alla fine Barbara ce l’ha fatta: era il 1981 e aveva ormai quasi ottant’anni quando cominciarono ad arrivare i riconoscimenti per la scoperta che aveva fatto quasi trent’anni prima. E, con questi, la fama, la richiesta di interviste, di contatti… Tutte cose a cui non era abituata, e che imparò a tollerare senza entusiasmo, tanto che si ostinò a non installare in casa l’apparecchio telefonico. Così, nessuno poté avvertirla, e la mattina del 10 ottobre 1983 lei apprese dalla radio che aveva vinto il Nobel.

Un libro coinvolgente, da cui emerge un ritratto vivo e a tutto tondo di una donna che ha saputo andare avanti e perseguire i suoi obiettivi con passione e lucidità, in alcuni momenti anche contro le convenzioni sociali. A completarlo, nelle pagine finali, schede di approfondimento sulla genetica e sugli scienziati che hanno dato un contributo fondamentale alla ricerca, e un’intervista di Sylvie Coyaud a Manuela Giovannetti, professoressa dell’Università di Pisa famosa per le ricerche in microbiologia.

Adatto ai bambini dai 9-10 anni

Cristiana Pulcinelli, Pannocchie da Nobel, Editoriale Scienza, 12,00 euro

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