Miti raccontati ai bambini – Fetonte e il carro del Sole

Un famoso mito greco raccontato ai bambini: quello di Fetonte, il figlio del dio del Sole che volle guidare il carro del padre. Una bella storia, che li appassionerà e che può cominciare ad avvicinarli a quella cultura greca in cui affonda le radici la nostra civiltà.

Figlio di Helios, il dio del Sole, Fetonte viveva in Egitto.  Ogni giorno vedeva il padre da lontano e seguiva il suo viaggio attraverso il cielo: lo vedeva levarsi a Oriente, sul suo carro fiammeggiante, e nascondersi a Occidente, da dove la sera tornava nella sua casa navigando sull’Oceano. Però poteva incontrarlo solo molto raramente, perché il Sole non poteva permettersi di riposare.

Fetonte viveva sereno, ma aveva un cruccio: i compagni spesso lo punzecchiavano su questo padre potente ma così lontano, e un giorno il suo amico Epafo si spinse addirittura al punto da sfidarlo a dimostrare di essere davvero il figlio del dio del Sole.
Il ragazzo allora si recò dal padre e gli chiese di poter guidare, anche solo per un giorno, il suo carro.
Helios all’inizio gli rispose che non era possibile: –  Sei troppo giovane per un impegno così difficile. Occorrono esperienza e una grande forza per poter guidare i cavalli che trainano il carro: sono focosi e difficili da controllare.
Fetonte però continuò a insistere, e alla fine il padre cedette: – Solo una volta, però, e a patto che tu stia molto attento! Non devi spingerti troppo in alto né troppo in basso,  devi seguire il sentiero e tenere ben ferme le redini.

Fetonte promise di seguire le raccomandazioni del padre, e così la mattina dopo salì sul cocchio al suo posto. Prese le redini, schioccò la frusta, e via… il carro del Sole partì.
All’inizio si attenne alle indicazioni di Helios. Quando però passò sull’Egitto e scorse da lontano le case dei suoi amici, il ragazzo decise di scendere: voleva che lo vedessero, che lo ammirassero sul carro e che riconoscessero una volta per tutte che era davvero il figlio del dio del Sole. Così guidò i cavalli giù, verso il suolo, allontanandosi dal sentiero.  I cavalli però si abbassarono più di quanto Fetonte avesse immaginato, si imbizzarrirono e galopparono liberi e sfrenati, sfiorando la superficie della terra e bruciando tutto con il terribile calore del Sole. Senza che Fetonte potesse fare qualcosa, la terra d’Egitto si trasformò in un deserto infuocato percorso solo da un filo verde, quello lungo il corso del fiume Nilo.

Fetonte invocò l’aiuto del padre, ma Helios non poteva fare nulla. Sembrava che tutta la terra fosse destinata a bruciare e inaridire com’era avvenuto all’Egitto, quando Zeus in persona, il re degli dèi, decise di intervenire e con un fulmine folgorò il ragazzo.
Fetonte cadde dal carro e precipitò nelle acque del fiume Eridano. Le ninfe dell’acqua accorsero piangendo e bagnarono con le lor lacrime il corpo riarso del giovane, nel tentativo di farlo rivivere. Zeus allora, mosso a pietà, le trasformò in pioppi, mentre le loro lacrime divennero gocce d’ambra.
Helios, colmo di dolore, andò alla ricerca del suo carro. Lo trovò in Etiopia: la terra intorno era inaridita e i cavalli vagavano senza meta. Il dio li ricondusse nel lontano Occidente, e per quel giorno le tenebre ricoprirono la terra.

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