Risponde la psicologa – Quando la nonna preferisce un nipote…
Ci scrive un papà, un po’ irritato perché gli sembra che sua suocera abbia una netta preferenza per l’altra nipote e trascuri suo figlio. La risposta della psicologa SARA PELUCCHI (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica di Milano).
DOMANDA
Da quando è nata la figlia di mia cognata, la madre di mia moglie si comporta malissimo con lei, mentre per sua sorella e sua nipote farebbe qualsiasi cosa. È come se sua nipote fosse sua figlia, è sempre protettiva e litiga con gli altri appena qualcuno della famiglia fa anche solo una piccola osservazione (per esempio, dice alla bambina di non mangiare con le mani). A nostro figlio invece non fa nemmeno una carezza. Può darmi qualche consiglio?
RISPONDE LA PSICOLOGA SARA PELUCCHI
Gentilissimo Signore,
è sicuramente difficile trovare e mantenere una relazione equilibrata con la propria famiglia acquisita: si entra in un mondo relazionale nel quale si partecipa da subito alle relazioni più intime ma entrando con tratti caratteriali e vissuti differenti specifici derivanti dalla propria storia famigliare.
È degno di attenzione il suo interessamento nei confronti delle dinamiche che vive sua moglie ed è comprensibile il suo stato d’animo come padre di un bambino che viene percepito “un po’ come di serie B”.
Ciascuno di noi, a seconda del suo vissuto, ha delle aspettative di come l’altro, in questo caso la nonna, debba considerare il proprio figlio, che inevitabilmente rappresenta una parte di noi stessi. Non è affatto scontato tuttavia che vostro figlio abbia, adesso e soprattutto in futuro, la percezione di essere un “nipote di serie B”. Posso suggerire che lo sarà tanto più se voi sentirete e sottolineerete con lui questo aspetto di sofferenza e di confronto. Quanto meno vi mostrerete sofferenti, tanto meno vostro figlio percepirà che questa possibile differenza sia collegata ad inadeguatezza o ingiustizia e quindi tanto meno sarà per lui un peso. Potrà leggere il legame con sua nonna senza percepirne una dimensione negativa per sé.
Potrebbe essere utile confrontarsi con sua moglie sulle vostre rispettive percezioni e vissuti per comprendere se anche lei abbia le stesse sensazioni e quali siano le sue valutazioni. Potrebbe essere che conoscendo la madre e la loro storia familiare possa dare delle chiavi di lettura differenti, non necessariamente collegate a un vissuto discriminatorio. Inoltre, anche l’altra famiglia acquisita, quella di sua cognata, potrebbe percepire i medesimi aspetti relazionali e soffrirne: sua cognata potrebbe sentire un’eccesiva invadenza da parte della madre e un eccessivo bisogno di possesso nei confronti della nipote. In tal senso un confronto tra sorelle potrebbe essere utile per chiarire e comprendere che cosa possa animare questa differenza di comportamento: potrebbe infatti non derivare da qualcosa che concerne i comportamenti dei singoli nipoti ma da qualcosa collegato ai vissuti della madre.
Infine potrebbe essere utile un dialogo con la suocera in cui far delicatamente emergere la sofferenza per vostro figlio senza scadere in paragoni e lotte di confronto su “a chi vuoi più bene”.
Tuttavia, se sentisse che questo comportamento percepito è fonte di sofferenza e ha delle ripercussioni sul benessere psicologico suo e/o di sua moglie, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista psicologo/psicoterapeuta con cui affrontare e valutare insieme le origini e effetti di tale sofferenza.
Un cordiale saluto
Dott. Sara Pelucchi, psicologa psicoterapeuta
Servizio di Psicologia clinica: persona, coppia, famiglia
Via Nirone, 15 – 20123 Milano
sara.pelucchi@unicatt.it
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