Le domande dei bambini sulla morte
La risposta della psicologa Sara Pelucchi (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC) alla domanda di una mamma (sì, ci leggono anche le mamme!) che non sa che cosa rispondere al suo bambini e alle domande sulla morte con cui la bombarda da quando, a causa del coronavirus, ne sente parlare così spesso anche in televisione.
DOMANDA
Buongiorno. Sono la mamma di un bambino di sette anni. Vi scrivo perché non so più che fare con il mio Daniele. All’inizio di questo periodo di isolamento sembrava tranquillo, ma vedo che ora, man mano che passa il tempo, diventa sempre più inquieto. Cerco di distrarlo, di farlo giocare, di evitare per quanto è possibile di fargli guardare la televisione, ma io e mio marito ogni tanto la accendiamo, anche per tenerci al corrente delle notizie, e non si parla d’altro che del coronavirus. In particolare, negli ultimi giorni Daniele mi bombarda con domande sulla morte: perché si muore, che cosa significa, dove vanno le persone che muoiono… Io non so come rispondergli: è davvero durissimo! Anche se il bambino è stato battezzato e frequenta il catechismo, io e mio marito non siamo credenti, quindi ci è difficile dargli risposte di fede.
Ci può aiutare? Grazie!
RISPONDE LA PSICOLOGA SARA PELUCCHI
Gentilissima Signora,
questo periodo è faticoso per tutti e sta mettendo alla prova tutti, grandi e piccini. I bambini hanno tuttavia meno capacità di comprendere il senso e il perché di ciò che sta accadendo. Lo capiscono perché si fidano delle nostre parole e di quello che diciamo. Questo di solito basta ma in un momento come questo, lo smarrimento e l’iniziale non comprensione di noi adulti di ciò che è avvenuto e continua ad essere, a loro perviene.
Oltre che la nostra organizzazione, è stata sconvolta la quotidianità dei bambini. L’andare a scuola era un momento per sperimentare se stessi e dare la possibilità al proprio corpo e alla propria mente di muoversi. Di punto in bianco questo non è più accaduto. Se a questo si collegano le normali sensazioni di paura che un bambino può aver percepito rispetto alla situazione in atto, è comprensibile come la rabbia e l’irritabilità siano una risposta a ciò che sta accadendo.
I telegiornali, i bollettini e le statistiche parlano di contagi e di morti. Tale dato di realtà e smarrimento per ciò che sta accadendo ha suscitato in molti bambini dei pensieri e riflessioni sulla morte. Come tutti gli esseri viventi, gli umani nascono e muoiono. Hanno il loro ciclo di vita. Questa è una certezza e come genitori è possibile rassicurare i figli sulla realtà e dall’altra parte sicurezza di questo dato. Rassicurare i figli sulla certezza che noi adulti sappiamo che le cose vanno così. La realtà è che non sappiamo perché si muore e dove le persone vanno dopo. Ciò che sappiamo è solo quello che succede biologicamente al nostro organismo.
È importante inoltre poter passare questo messaggio a un bambino: le persone che muoiono non rimangono con noi fisicamente ma è un dato di realtà che rimangono con noi nel nostro cuore e nei nostri pensieri. Si può raccontare l’esperienza della perdita di un proprio caro in tal senso, come quella dei propri nonni, e le esperienze e sentimenti vissuti in quel momento.
Accanto a tali riflessioni, un libro per bambini che tratta tale argomento potrebbe essere un ausilio molto utile. Le immagini e le parole evocate dai testi per bambini sono un aiuto simbolico molto utile per l’elaborazione di significati complessi come quelli legati alla morte.
Nel caso in cui lei sentisse di avere bisogno di ulteriori approfondimenti o maggiori sicurezze per approcciarsi al tema della morte con suo figlio o notasse la presenza di non contenibili cambi di comportamento, può rivolgersi ad uno psicoterapeuta in modo da riflettere insieme e affrontare i dubbi e insicurezze.
Grazie per l’attenzione
Dott. Sara Pelucchi
[email protected]
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia