Risponde lo psicologo – A scuola in tempo di Covid
Ci scrive una nonna chiedendoci un consiglio per rassicurare la sua nipotina, ora che torna a scuola dopo il lungo periodo di chiusura a causa del covid e nonostante la preoccupazione serpeggiante per il virus. La risposta della psicologa Monica Accordini (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC).
DOMANDA
Buongiorno. Sono nonna di una bambina di dieci anni. La mia nipotina è sempre stata molto esuberante e vivace, piena di voglia di giocare e di stare con i suoi coetanei, ed è sempre andata volentieri a scuola, tanto che durante il lockdown ha molto sofferto di stare chiusa in casa e di non poter vedere gli amichetti.
Ora che la scuola si è riaperta, però, la vedo incerta. Probabilmente percepisce la preoccupazione dei genitori e le arrivano le notizie contraddittorie diffuse dai giornali e dalla tv sull’eventualità di un nuovo contagio.
Io e mio marito siamo certo preoccupati, come tutti, ma pensiamo che per i bimbi sia necessario riprendere la scuola e tornare a un regime di vita “normale”, sia perché devono imparare , sia perché devono vivere insieme agli altri.
Come fare però per rassicurare la bambina? Anche mia figlia e mio genero sono preoccupati, e anche se dicono alla bimba che tornare a scuola è necessario e bello, secondo me fanno comunque trapelare la loro titubanza.
Che cosa mi consiglia?
RISPONDE LA PSICOLOGA MONICA ACCORDINI
Gentile Signora,
in qualità di mamma e di esperto condivido e comprendo appieno le sue parole, sia quando scrive della necessità e dell’importanza di un ritorno a scuola, sia quando parla delle sue e delle vostre preoccupazioni.
Essere preoccupati in un contesto di incertezza come quello attuale è normale e, anzi, denota una certa accortezza e attenzione per gli altri oltre che per se stessi. La cosa migliore che potete fare è essere onesti con vostra nipote: la verità e la trasparenza sono sempre importanti con i bambini, a maggior ragione lo sono quando essi hanno raggiunto un’età nella quale sono in grado di comprendere il concetto di responsabilità e di preoccupazione (legittima). Quando la preoccupazione non è eccessiva e non sfocia nella paranoia essa può diventare uno strumento utile per proteggere se stessi e gli altri da comportamenti avventati o da azioni poco pensate.
Il mio suggerimento è dunque quello di discutere apertamente delle vostre preoccupazioni con vostra nipote. Potreste scoprire che lei stessa ne ha di simili o che, invece, ha già pensato ad alcune strategie per placare i suoi timori, mentre altre le potreste trovare insieme, così come insieme potreste pensare a quali comportamenti sia meglio adottare per godersi la scuola stando il più possibile tranquilli e al sicuro.
In altre parole, mi allontanerei dall’idea che la preoccupazione sia necessariamente un comportamento sbagliato e da evitare; al contrario, essa può rivelarsi un alleato, spingerci a mettere in atto comportamenti responsabili e aiutarci ad affinare la capacità di guardare in avanti in modo realistico. Credo che queste competenze, soprattutto in una società tutta schiacciata sul mito del godimento presente, siano essenziali e possano costituire un grande insegnamento anche per la sua nipotina.
A voi un caro saluto e alla sua nipotina un augurio speciale per un avvio di anno sereno!
Monica Accordini
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia