Risponde lo psicologo – Mi manca il respiro
Noi vorremmo che l’infanzia dei bambini, di tutti i bambini, fosse un prato fiorito e privo di qualsiasi seppur lieve increspatura. Però non è così, al di là dei nostri desideri e dei nostri sforzi. E quando ci accorgiamo che i nostri piccini hanno delle difficoltà ci si stringe il cuore e vorremmo a tutti i costi aiutarli. Cosa che non è sempre facile.
Ecco la risposta della nostra consulente, la psicologa Manuela Arenella, a una mamma.
DOMANDA
Sono una mamma di un bambino di tre anni che va all’asilo. È un bambino molto nervoso e da un po’ di giorni mi dice che gli manca il respiro, ma solo a momenti: quando si distrae gli passa. Mi fa spaventare molto!
Non mi ascolta, vuole fare tutto da solo, per mangiare litighiamo sempre ma non capisco se per lui è un gioco perché dopo aver litigato mangia tutto.
Non so più che cosa fare, soprattutto quando comincia ad alzare le mani anche verso di me, verso la nonna e verso tutte le persone che gli sono vicine.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile Signora, non è una cosa consueta, per un bambino di tre anni, dire che “gli manca il respiro”, per cui innanzitutto le suggerirei di rivolgersi alla pediatra per escludere cause organiche.
Da ciò che dice si può ipotizzare che questa mancanza di respiro sia la manifestazione somatica di una tensione e di un’ansia che il suo bambino può portarsi dentro, e che fa fatica a gestire.
Talvolta la mancanza di respiro può avere a che fare con genitori ansiosi, eccessivamente controllanti, che non lasciano spazio all’autonomia del bambino, o la vivono come “pericolosa”. Di fronte a ciò il bambino o si passivizza e accetta la piena dipendenza e il controllo, oppure si ribella e cerca in tutti i modi di svincolarsi.
Ovviamente, date le poche informazioni sul caso, queste sono solo ipotesi.
Credo che un altro aspetto del problema sia legato all’ambito delle regole e dei limiti, fondamentale per aiutare i bambini a gestire la pulsionalità e farli sentire rassicurati da genitori che si pongono come figure di riferimento.
Ho scritto diversi articoli su come dare le regole e gestire i conflitti, e può trovarli tutti su questo sito.
La cosa che mi preme sottolineare è l’importanza di non farsi picchiare. Perché non riesce a fermare un bimbo di tre anni che la aggredisce? Cosa le impedisce di dare un alt autorevole?
Se un genitore si fa picchiare, non può essere visto dal bambino come qualcuno in grado di proteggerlo!
E se un bambino non sente il genitore autorevole, lo sfiderà in continuazione, per cercare quell’alt di cui ha bisogno.
Lei specifica che c’è un conflitto forte rispetto al mangiare. L’ambito del cibo ha spesso a che fare con la relazione con la madre, per cui è fondamentale togliere tensione a quel momento, trasformarlo da braccio di ferro a momento di condivisione.
Probabilmente suo figlio sente che lei ci tiene particolarmente al fatto che mangi, per cui la provoca proprio sul cibo. Gli metta davanti ciò che ha preparato, poi non insista sul fatto che mangi, parli di altro, alleggerisca il clima, e vedrà che pian piano suo figlio mangerà senza problemi.
Se c’è, come suppongo, una problematica che riguarda la vostra relazione, il conflitto si sposterà su qualcos’altro, per cui bisognerebbe affrontare il problema alla radice, per risolverlo in modo definitivo.
Personalmente le suggerirei di confrontarsi con una psicoterapeuta della sua zona per approfondire la situazione, lavorare sulla sua autorevolezza e sulle strategie adatte a creare una relazione con il suo bambino, che non sia basata sulla sfida e sulla reattività. E restituire un po’ di respiro a tutti voi.
Trovi gli articolo sui limiti e sulle regole a cui accenna la dottoressa Arenella a questi link:
Risponde lo psicologo – Limiti e regole
Risponde lo psicologo – Le regole e la crisi di opposizione
Impariamo a fare delle regole ai bambini
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.