Alla scoperta degli antichi Camuni

Tutti i bambini, a scuola, scoprono gli straordinari graffiti della Val Camonica; quindi, se siete in Lombardia, non potete certo esimervi dall’andare a vederli. Anche perché è una magnifica passeggiata in boschi incantati di castagni, abeti betulle e carpini, in cui sembra di percepire ancora la presenza degli antichi abitanti, quei Camuni che hanno lasciato tante testimonianze della propria cultura incidendo le pietre di questa valle.

©Cattabiani

Oggi, quest’area è entrata a far parte dei siti Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Su queste rocce levigate dall’azione dei ghiacciai, infatti, gli antichi Camuni hanno inciso immagini che raffigurano la loro vita quotidiana e spirituale. Sono raffigurazioni antichissime, che vanno per lo più dalla fine del Neolitico (V-IV millennio a.C.) all’Età del Ferro (I millennio a.C.), benché si siano anche incisioni più recenti, di epoca storica.
I graffiti sono realizzati o con la tecnica “a martellina “ (cioè martellando la superficie con una pietra), oppure (più raramente) incidendola con uno strumento a punta. E sono tantissimi, sparsi in 180 località che si trovano sul territorio di 24 comuni.

Per scoprire le incisioni con i nostri nipoti, la cosa migliore è andare a Capo di Ponte (Brescia), dove si trova il Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, il primo parco istituuto in quest’area e uno dei più ricchi di reperti.
Lp0ideale è visitarlo in una giornata soleggiata, godendosi anche i panorami e i magnifici boschi: il parco infatti è disposto su una collina alle pendici del Pizzo Badile Camuno, un massiccio montuoso delle Alpi Retiche, e si estende per una superficie di 14 ettari.

Cernunnos – Parco delle incisioni rupestri di Naquane

È qui che si trova la “roccia 1”, la prima scoperta, una grandissima superficie levigata su cui sono incise tantissime raffigurazioni che risalgono all’Età del Ferro: figure di animali, uomini armati,una grade caccia al cervo con l’aiuto di un cane, telai verticali a pesi, edifici, e perfino un labirinto.
Ma la “roccia 1” è solo una delle 104 rocce incise del Parco. Tra le altre, ce n’è una, la roccia 70, che, secondo alcuni studiosi, riporta la più antica rappresentazione della divinità celtica Cernunnos, raffigurata come una figura di grandi dimensioni con corna di cervo.
Alcune rocce sono state incise più volte nel corso nel tempo, e mostrano immagini che si sovrappongono, come nella roccia 35, dove le immagini sovrapposte sembrano creare un villaggio con le sue attività. Ed è qui che tra le altre figure compare quella, famosa, di un sacerdote che corre.
Preziose testimonianze che ci permettono di gettare uno sguardo attraverso il tempo e di conoscere qualcosa della vita di queste popolazioni preistoriche.

Per la visita, conviene studiare la cartina del parco e seguire uno dei percorsi indicati, misurando anche le proprie forze e quelle dei bambini.
Il dépliant fornito all’ingresso (ma scaricabile anche in rete, a questo link: materiali informativi) è prezioso anche per valutare bene le cose da vedere. E tenete presente che è impossibile vedere tutto in un’unica visita! Meglio, se potete, tornare ancora, per scoprire con i bambino altre rocce e immaginare con loro come si viveva, tra quelle valli, migliaia e migliaia di anni fa!

 

Informazioni: Parco Nazionale delle incisioni rupestri 

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