Cellulari e tablet a scuola: aiuto o distrazione?

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Cellulare, tablet, pc… sono un aiuto per l’apprendimento oppure una distrazione e addirittura un ostacolo? Il dibattito in merito è molto intenso, con favorevoli e contrari che, su fronti opposti, portano argomentazioni convincenti: da un lato, è vero che la tecnologia permette di raggiungere facilmente tantissime informazioni e, se usata bene, è un utile strumento anche per l’apprendimento scolastico; ma dall’altra parte il rischio è che renda più difficile instaurare relazioni autentiche e personali tra i bambini e i ragazzi, oltre a distrarre la loro attenzione e quindi a influenzarne la concentrazione, in classe o quando devono studiare.
Il dibattito, come dicevamo, è aperto, ma gli studi in merito sembrano indicare che i ragazzi che usano le nuove tecnologie per molte ore al giorno hanno risultati scolastici inferiori rispetto a chi “naviga” per un tempo più limitato.

Lo studio “Eyes Up”

Uno degli studi più recenti in merito è quello dal titolo “Eyes Up” (EarlY Exposure to Screens and Unequal performance), condotto dall’Università Bicocca di Milano insieme al SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana), centrato sulla relazione tra l’uso degli strumenti digitali (e in particolare dei social) e il rendimento scolastico dei bambini e dei ragazzi.
La particolarità di questo studio è quella di essersi concentrato in particolare sull’uso dei social (Facebook, Instagram, TikTok…) e di aver preso in considerazione l’età in cui gli intervistati hanno cominciato a usare smartphone e tablet.
La ricerca ha coinvolto un campione di circa 8000 studenti lombardi delle prime due classi delle superiori. A essi è stato distribuito un questionario che ha permesso di ricostruire a che età hanno avuto accesso ai media digitali, e in particolare ai social, per poi incrociare i dati raccolti con i risultati delle prove INVALSI del loro iter scolastico (quelle di 2° e 5° classe della scuola primaria e delle 3° della secondaria di primo grado).
Le conclusioni? Ebbene, chi ha creato il proprio profilo social prima della fine della scuola primaria, all’esame di terza media ha avuto una valutazione di inferiore quasi di un punto (che e molto!) rispetto a chi non è sui social o ha aperto il proprio profilo dopo la fine della scuola media.

Pro e contro dell’uso dei cellulari

Dati interessanti, certo, e inquietanti. Sappiamo tutti l’uso che i ragazzi fanno dei cellulari: è sotto i nostri occhi, vediamo quante ore al giorno passano sulle chat. I rischi, come sottolineano i tanti studi sul tema, sono diversi, ma in primis la dipendenza dalla tecnologia e la parcellizzazione della cultura, ridotta a brevi pillole mutuate dal web senza un’assimilazione e una rielaborazione personale, oltre che la diffusione del cyberbullismo.
Eppure, Internet è uno strumento essenziale oggi, non solo per la scuola ma anche per la vita di ognuno di noi: permette di accedere a una quantità enorme di informazioni in tempi brevissimi e … guai se non ci fosse! Però è uno strumento che ha tante facce, e come dicevamo è anche una fonte di pericoli. Non a caso l’Unesco sottolinea che un uso eccessivo degli strumenti digitali più avere un impatto negativo non solo sull’apprendimento, ma anche sulla salute e il benessere, causando per esempio problemi di sonno (è dimostrato che la luce dei tablet influisce sul sonno), di ansia o di sovrappeso (si trascura l’attività fisica).
Per quel che riguarda il successo scolastico, l’ipotesi è che l’eccesso di stimolazioni e di informazioni finiscano col distrarre i bambini e i ragazzi e impedisca loro di concentrarsi e di scegliere tra le informazioni, e quindi di rielaborarle in modo personale per apprenderle.
Non solo: l’uso precoce del smartphone può essere messo in relazione anche con una riduzione delle abilità relazionali e sociali: i bambini stanno sempre più spesso da soli, comunicando in chat o giocando a distanza con i videogiochi, ma senza sviluppare amicizie “reali”, come quelle del tempo dei nonni e dei loro genitori.

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