Quando si è allergici ai cani o ai gatti…
Starnuti, occhi rossi che lacrimano e prudono, gola arrossata, tosse, presenza di ponfi sulla pelle… fino a veri attacchi di asma. Se avete un animale domestico, in particolare un cane o un gatto (ma in generale tutti gli animali con pelliccia, quindi anche un porcellino d’india, un criceto, un furetto…) e perfino un uccellino, è possibile che questi sintomi siano legati a un’allergia.
Però cominciamo a chiarire: a scatenarla non sono il pelo o il piumaggio, ma il contatto con ciò che è depositato su di essi, e cioè per lo più forfora (cellule morte dell’epidermide, anche quando non sono visibili), acari, saliva e urina. Il pelo o le piume contribuiscono a disperdere queste sostanze nell’ambiente della casa, provocando reazioni allergiche non dissimili da quelle provocate dai pollini, dalla polvere o dalle muffe. E, come per tutte le allergie, anche quella legata agli animali è dovuta a una reazione errata del nostro sistema immunitario, che si attiva per combattere sostanze in realtà innocue.
Purtroppo non esistono razze di cani o di gatti (o di altri animali) che non scatenano questa reazione, se si è predisposti; invece la buona notizi a è che i bambini che fin da piccoli vivono in ambienti in cui sono presenti animali domestici sviluppano più difficilmente questo tipo di allergie, perché il loro sistema immunitario si abitua a riconoscerli e a non combatterli. Si tratta dell’”effetto fattoria”, di cui su noinonni.it ci siamo occupati in questo articolo: Crescere con un cane fa bene alla salute!
Gli esami da fare
Come fare a stabilire con certezza se i disturbi che accusiamo sono davvero legati a un’allergia da cane o gatto (o altri animali)? Esistono dei test specifici, facili da fare. In particolari i più usati sono:
- il prick test: consiste nel porre sulla pelle delle gocce di estratti delle principali sostanze che scatenano l’allergia e farle penetrare con una leggera puntura. Se la pelle si arrossa o si gonfia, il test è positivo;
- esami del sangue specifici, alla ricerca degli anticorpi specifici che si attivano in caso di allergie.
Che cosa fare?
Una volta fatta la diagnosi… cominciano i problemi. Perché certo pochi proprietari sono disposti ad allontanare l’animale, se non in caso di reazioni davvero gravi.
E allora? In primo luogo, bisogna raddoppiare le cure per l’igiene dell’ambiente in cui viviamo: areare spesso, lavare con regolarità, e con una frequenza maggiore del solito, tende, coperture delle poltrone, dei divani e dei letti, passare spesso l’aspirapolvere scegliendo un modello con filtro HEPA e pulendolo o cambiandolo frequentemente… Se si riesce, sarebbe bene impedire all’animale l’ingresso in camera da letto, come rimuovere tappeti e moquette, che inevitabilmente sono ricettacolo di polvere.
Può essere utile anche praticare dei lavaggi nasali con acqua fisiologica, che consentono di rimuovere il muco e il polline presente nel naso, come usare uno di quegli apparecchi, sempre con filtro HEPA, che provvedono alla purificazione dell’aria. E ancora, è bene lavare frequentemente il cane e passare con regolarità un panno umido sul pelo del gatto,
Poi, naturalmente, ci sono le cure farmacologiche, da fare sempre sotto controllo medico. I farmaci più usati sono antistaminici e cortisonici, ma si può anche intraprendere la via del “vaccino”. In realtà non si tratta di un vaccino vero e proprio, ma di una terapia che “allena” il sistema immunitario a riconoscere le sostanze alle quali reagisce somministrandogliene con regolarità piccole quantità; è però una terapia che non dà risultati immediati, ma deve essere proseguita per un tempo piuttosto lungo.
Disclaimer
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.